Arturo Diaconale ha parlato questo pomeriggio in radio, dando la sua lettura del momento dei biancocelesti. Con un occhio a stasera.
Il portavoce della Lazio, Arturo Diaconale, è intervenuto oggi pomeriggio ai microfoni di Non è la Radio. Queste le sue parole in merito al momento negativo dei biancocelesti.
“Si può sempre far meglio, ma se la realtà è che ci sono degli infortunati, non si può farli giocare per forza ed aggravare la loro situazione. Mi accontento di vedere la classifica e vederci ancora là. Poi vedremo cosa succederà da qui alla fine. Oggi è una partita importante, quasi decisiva. Potrebbe ridare la fiducia e la sicurezza indispensabili per poter chiudere il campionato al meglio. Al di là degli infortuni comunque, credo che alla squadra sia mancata anche un po’ di determinazione. Non per appagamento comunque. I giocatori sono tutti molto motivati e sono consapevoli di giocarsi gran parte del loro futuro in questo finale di campionato. Giocano per la squadra ed i tifosi, ma anche per loro stessi. Escludo che siano appagati. Infatti sono convinto che i giocatori sappiano dell’occasione di oggi, non c’è bisogno di spronarli. Sanno che con un risultato positivo a Udine stasera si può già ribaltare il clima e riprendere la corsa. Mi auguro che mettano in mostra l’antico spirito che ha sempre contraddistinto i giocatori della Lazio”.
Nell’intervista non è mancato un passaggio su Lotito e sull’accanimento mediatico ricevuto in questo periodo.
“Il Presidente è un tipo passionale ed è sempre molto presente.Quando c’è un calo è normale che si faccia sentire. Lotito ci ha messo la faccia per far riprendere il campionato e non far fallire così il sistema calcio. Non certo perché pensava che avrebbe sicuramente vinto. La Lazio in questo periodo trovo che sia stata seguita in maniera anche un po’ eccessiva. L’accanimento però fa parte del gioco. Quando ti metti in mostra in questo ambiente, come in altri ambiti della vita, susciti inevitabilmente gelosie ed antipatie. Ci sarà sempre qualcuno che proverà a fare lo sgambetto. Ma bisogna essere più forti anche di questo”.