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Lazio - Udinese, Danilo Cataldi

La bella vittoria della Lazio a Cagliari ha lasciato un’impronta importante delle cosidette “riserve”. Cataldi mandato in campo sul risultato di 1 a 0, insieme a Caicedo e Jony hanno cambiato la partita.

di Massimiliano Venturi

Una partita come quella di Lunedì, è difficile da dimenticare. Una partita che a 5 minuti dalla fine ci vedeva sconfitti e che invece 5 minuti dopo ci ha visti vincitori e a tre punti dalla coppia di testa Juve e Inter.
E’ stata la partita delle parate di Strakosha, della leadership di Acerbi, della corsa di Lazzari, della classe di Luis Alberto e della potenza di Caicedo. Vorrei, però, accendere la luce su un giocatore che contro ogni pronostico ha forse raggiunto la maturità tanto cercata.

Danilo Cataldi, 25 anni, nella Lazio da quando ne aveva 12, cardine di una delle primavere più forti della storia laziale (sua la doppietta decisiva per la vittoria dello scudetto nel 2013), un ragazzo laziale che come ogni bambino ha raggiunto il sogno di giocare nella sua squadra del cuore. Un sogno che si è avverato dopo anni di “fatiche” e giri per l’Italia in situazioni non facili e che hanno forgiato il suo carattere.

Eppure il suo esordio in prima squadra nel 2015 fu fulminante, un assist in Coppa Italia per Klose e un crescendo di grandi prestazioni fino al 9 marzo 2015, Lazio-Fiorentina, una partita dominata dall’allora Banda Pioli. Esce il capitano Stefano Mauri che prima di lasciare il campo si gira verso Radu e insieme a lui decide di mettere la fascia sul braccio di quel bambino laziale,sembra l’inizio del sogno, la gente laziale crede finalmente di aver trovato dopo anni l’erede di Alessandro Nesta, il capitano che lasciò uno squarcio nel cuore di tutti noi.

Invece quella fascia rappresenta si uno spartiacque per Danilo ma nel modo peggiore possibile, perché se quell’anno si conclude con un meraviglioso terzo posto e una finale di Coppa Italia persa ai supplementari dove fornisce l’assist per il gol iniziale di Radu il successivo,quello che doveva l’anno della consacrazione si rivela un incubo.

Una stagione nata male e finita peggio, tra liti per la fascia da capitano e scelte discutibili di società e allenatore, scelte in cui finisce in mezzo anche Danilo che si ritrova a 21 anni a fare un ruolo a lui sconosciuto: Regista di centrocampo. Un ruolo che non sente suo ma che per esigenza deve ricoprire, in più le aspettative dei tifosi aumentano sempre di più e per una ragazzo cosi giovane è difficile sostenere il peso di “Nuovo Nesta”.

Con l’arrivo di Inzaghi sembra che tutto possa ricominciare, il gol alla prima giornata contro l’Atalanta, un numero di presenze abbastanza nutrito ma qualcosa ancora non va, Danilo iniza a sentirsi stretto in quella panchina, vuole giocare di più, cosi a gennaio decide di andare a Genova sponda genoana. Mai scelta più infelice, una stagione sottotono per i grifoni che come spesso accade si ritrovano a lottare per non retrocedere e oltretutto Danilo non trova neanche lo spazio che chiedeva, un’esultanza andata di traverso ai tifosi della Nord fa il resto, niente ritorno a casa e nuovo prestito, questa volta destinazione Benevento.
Li Danilo trova la titolarità ma non di certo una situazione migliore, che però non gli vieta di fare uno scherzetto alla sua Lazio segnando su punizione all’Olimpico.

Il resto è storia recente, Danilo torna a casa, ma torna da ultima scelta, dietro a Murgia, Berisha e i titolarissimi del centrocampo laziale, ma stavolta diversamente da un anno e mezzo prima decide di restare, restare e combattere, per dimostrare a tutti che lui può starci in questa Lazio.
Questa volta è lui a “mandare via” Murgia e complici anche i ripetuti stop di Berisha si guadagna a suon di prestazioni il posto, e non un posto qualsiasi, ma quello da REGISTA, il ruolo che lui tanto soffriva e in cui invece ora splende.

Prende per mano la Lazio nel pazzo 3-3 con l’Atalanta e fa il Leiva ieri sera nel momento del suo ingresso in campo, ora tutti lo cercano, tutti si sentono al sicuro quando Danilo ha la palla tra i piedi, forse anche lui stesso crede di più in quello che fa.

Si è ripreso tutto quello che dopo quel Lazio-Fiorentina gli era scappato di mano.
Viva Danilo! Viva La Lazio!

 

Leggi anche:

Lazio, Tare e Caicedo: il dubbio tra essere cauti e folli. Voi come vi sentite?

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4 anni fa

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4 anni fa

Grande Dany

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4 anni fa

Grande ???

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4 anni fa

Quest’anno una bella sorpresa , è cresciuto dal punto di vista fisico atletico , la tecnica l’ha sempre avuta .

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4 anni fa

Bravo ragazzo continua cosi …

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4 anni fa

Grande Danilo cataldi vero laziale e forza grande lazio semmpre

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