
In casa Lazio, è il parere del nostro amico Gianni, sono tante le situazioni da rivedere in vista della finale di Coppa Italia. E del prossimo anno
Confesso che ho avuto difficoltà a scrivere e mi dispiace dirlo, ma la Lazio in campionato ha staccato la spina a San Siro, andando a vincere contro l’Inter. Poi poco o nulla di buono, mentre le delusioni sono arrivate a mazzi.
Formazioni sbagliate, figlie di un mercato estivo sbagliato: la verità è che i titolari abili e arruolati saranno massimo 15 (e per fortuna che a gennaio è arrivato Romulo), poi il deserto o
meglio giocatori che non possono competere a certi livelli.
Mettiamoci inoltre un modulo di gioco adottato – al quale non si deroga neanche sotto tortura e in presenza di millanta infortuni – e i tre re dell’anno scorso che, a voler essere buoni, si sono ridotti a mezzo e il fallimento è spiegato.
Ora la finale del 15 contro una città (la Dea è Bergamo e viceversa) che va a tremila e gioca a occhi chiusi e il timore di restare fuori dalle competizioni europee. Di certo, da giugno troppe situazioni andranno riviste, compresa la preparazione e i richiami alla stessa (ormai sono quattro anni che arriviamo con la lingua di fuori negli ultimi due mesi). E un tasso qualitativo che andrà alzato, altrimenti ci aspetteranno altre annate così.
Noi, comunque ci saremo sempre. Dalla parte della Lazio, chi con la voce, chi con il cuore.
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