
Lazio-Atalanta, per Parola ai tifosi riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del nostro amico Max883 dopo la sconfitta contro i bergamaschi
Il 5 maggio, ricordato da molti laziali per il famoso Lazio-Inter di Poborsky, d’ora in poi sarà sicuramente ricordato per il Lazio-Atalanta di Fortuna Wallace. La partita cioè che fa calare il sipario sul sogno Champions e forse in generale sul campionato dei biancocelesti.
Un campionato che avrebbe dovuto essere la rivincita di quello dello scorso anno, dove – tra errori nostri e non – la Lazio vide andar via il sogno Champions a quindici minuti dalla fine della stagione. Questo campionato è stato, sì, figlio dello scorso, ma nella maniera peggiore. E le colpe secondo me sono di tutti.
Le colpe secondo me sono di tutti: società, giocatori, Mister Inzaghi
Le colpe sono della società, che “coperta” dai molteplici errori arbitrali dello scorso anno, ha ritenuto questa squadra più forte di quello che in realtà era, comprando solamente i sostituti dei partenti de Vrij e Anderson, ma lasciando scoperti altri ruoli come quello della difesa e del vice Marusic, acquistato solo a fine gennaio.
Le colpe sono dei giocatori, uomini che quest’anno sarebbero dovuti ripartire con il triplo della rabbia per quanto successo lo scorso anno. E invece si sono presentati presuntuosi e imborghesiti, come se quello fatto un anno fa potesse essere una medaglia da portare in eterno che protegge da rimproveri o contestazioni. Tra i pochi a salvarsi c’è chi lo scorso anno era assente, come Acerbi e Cataldi, oppure chi c’era ma doveva riscattarsi come Bastos.
Le colpe sono di Mister Inzaghi, uomo sulla cui lazialità non si deve neanche discutere, ma che quest’anno ha fatto più di un errore. A partire dalla difesa commovente ma immotivata di alcuni giocatori, il continuo cambio di uomini in difesa anche con una partita a settimana, certi cambi “poco coraggiosi” in determinate partite (l’uscita di Caicedo e non di Immobile contro l’Atalanta è un esempio). Come se anche lui come alcuni giocatori, dopo la scorsa stagione, si sentisse arrivato e intoccabile.
Mi auguro che l’epilogo sia come nel 2013
Ora davanti a noi c’è solo una strada per raggiungere l’Europa e si chiama Coppa Italia. Proprio contro la squadra che ieri ha danzato sulle nostre rovine, come sei anni fa nella nostra ultima Coppa Italia vinta. Oggi come allora la situazione in campionato è molto precaria e davanti a noi abbiamo una ‘fastidiosa’ partita di campionato con il Cagliari.
Mi auguro che l’epilogo sia lo stesso di allora, poi una volta finito tutto ognuno si prenderà le proprie responsabilità per poi ripartire tutti insieme verso un traguardo che ormai sfugge da troppo tempo.
La Lazio si circondi di gente come Marco Parolo
Voglio fare una menzione particolare per un uomo che, dopo il ds Tare, è quello che parla di questa società: Marco Parolo. Ecco, magari il 26 maggio, una volta finito tutto, la Lazio pensi a circondarsi di gente come Marco. Gente che ci mette sempre la faccia, i piedi e la voce. La Lazio ha bisogno di gente così, non di NOMI che alla resa dei conti si rivelano solo tali.
Viva La Lazio.
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