Solo La Lazio
Sito appartenente al Network

Impressioni Accardo: la Lazio di Sarri quest’anno dura un tempo solo

Sesto appuntamento della nuova rubrica, con la lente d'ingrandimento sulla sconfitta contro il Milan a San Siro.

Troppo Milan per questa Lazio. Da ogni punto di vista: tecnico, tattico e atletico. La squadra di Sarri ha retto per un tempo solo, poi non c’è mai stata più storia: Reijnders, Pulisic e Leao hanno iniziato a sciorinare classe e a macinare chilometri senza che i nostri riuscissero e tenerli. Paradigmatico il primo gol dell’ala statunitense che tira un rigore in movimento dopo che l’ala portoghese aveva lasciato sul posto un Marusic col fiatone, incapace di stargli dietro per 90 minuti.
Peccato perché il primo tempo aveva fatto ben sperare, sembrava ricalcare la falsariga del secondo col Toro, con una Lazio ordinata e tattica come piace a Sarri. Anzi, se c’è una squadra che si era saputa rendere pericolosa è stata proprio quella romana. Per ben due volte infatti Felipe Anderson si è reso pericoloso in trasferta sulla fascia opposta alla propria, con qualche rimpianto soprattutto per la prima occasione che poteva essere sfruttata decisamente meglio. Primo tempo in cui il Taty Castellanos aveva fatto un’ottima impressione, aiutando la squadra con un gioco di sponda di fondamentale importanza, facendosi apprezzare anche per le sue doti atletiche.

Però, come è noto, le partite sono composte di due tempi: e nel secondo il Milan ha segnato due goal ma ne avrebbe potuti fare serenamente almeno il doppio, se non si fosse opposto da par suo Provedel che è stato senza dubbio il migliore in campo dei nostri. Il che è tutto dire.
Tutto da buttare? Nient’affatto. Tutto sommato la prestazione della squadra romana è stata decorosa, se si considera che di fronte aveva la capolista. I rimpianti risalgono alle prime due partite buttate via sciaguratamente contro due squadre decisamente alla nostra portata come Lecce e Genoa: con quei sei punti in cascina faremmo ben altri ragionamenti.

Però, è ovvio, che dopo il secondo posto tutto sommato meritato dello scorso anno, quest’anno qualcosa non quadra. Il tiki-taka dettato da Sarri sembra spesso infruttuoso e sterile, onanistico; se non supportato da raddoppi sulla fascia e suffragato da una condizione atletica adeguata. Lo strapotere atletico del Milan del secondo tempo è stato strepitoso, mentre i nostri facevano evidente fatica a stargli dietro. Diciamola tutta: venendo spesso scherzati denunciando un’inferiorità agonistica preoccupante. La stagione di Ciro è da questo punto di vista eloquente: se non lo si amasse incondizionatamente si direbbe che abbia intrapreso il viale del tramonto (o che stia ancora pensando ai petrodollari di Riyad).

In secondo luogo sembra indiscutibile che patiamo l’assenza di Sergio, che fino a luglio ci ha spesso tolto le castagne dal fuoco, grazie alla stazza notevole e ai piedi vellutati: né Guendouzi né Kamada finora hanno dimostrato di esserne all’altezza.

In generale si può ormai dire, dopo oltre un mese di campionate, che i nuovi acquisti non paiono aggiungere moltissimo in termini agonistici e tecnici rispetto alla rosa dello scorso anno; e se si pensa che Sarri aveva suggerito di acquistare Berardi e Zieliński (e forse si sarebbe accontentato anche di Ricci e Samardžić) si capisce che qualcosa obbiettivamente manca a una squadra che si era affacciata ai piani altissimi della Serie A e che deve giocare, speriamo più a lungo possibile, in Champions League.

Non è il caso di drammatizzare, per carità, però 7 punti n 7 partite sono davvero pochi, soprattutto se si considera che il gioco espresso dalla squadra è ben lungi da essere scintillante e che – questo appare in assoluto il dato più preoccupante – la condizione fisica della squadra è stata finora assolutamente inadeguata.
In questo caso diventa complicato anche consolarsi con l’aglietto, come suol dirsi: dal secondo tempo col Toro e dal primo di stasera per esempio (anche contro il Napoli eravamo durati un tempo solo), se i difetti che si registrano nel corso del tempo non si riesce a correggerli e i progressi si fatica a misurarli. La buona notizia, paradossalmente, è data dalla frequenza di partite che ci attende: mercoledì sera è già tempo di Champions. E nel fango di Glasgow sarà ancora tempo di dimostrare di essere all’altezza della situazione. Per il campionato forse è tardi, per l’Europa ancora c’è tempo. A patto di ricominciare a giocare, per tutti i 90 minuti

Subscribe
Notificami
guest

2 Commenti
più nuovi
più vecchi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
Fabrix
Fabrix
2 mesi fa

Commenti condivisibili e problemi centrati. Tuttavia facciamo sti 38/40 punti e mettiamoci al riparo da sorprese. Continuando con questi schemi di gioco anacronistici (ben scritto, sembra de vedè le squadre di Herrera negli anni 60), con questa velocità da tartaruga (animale simpaticissimo, ma non certo rapido) e questa tenuta atletica da 60enne quale io sono, si rischia. Dispiace scriverlo, ma anche leggendo le dichiarazioni di Sarri, penso che il nostro sia fuori dalla situazione e si stia avvitando. Cambi tardivi e incapacità di cambiare schemi quando lo stato delle cose lo richiede. Alcuni nostri giocatori sono alla fruit of the loom, è innegabile (e nn mi riferisco solo ad Immobile). SFL

Aquila 68
Aquila 68
2 mesi fa

Sei punti persi con Genoa e Lecce? Abbiamo tirato in totale tre volte, praticamente mai col Genoa. ..quest’ anno siamo inesistenti in attacco. Immobile è spremuto, Castellanos deve tornare a centrocampo e in area non ha fisicità, poi siamo pieni di mezze punte. Diecimila passaggi inutili, nessuno salta l’uomo, pochi tiri in porta. Si prospetta un anno duro, dobbiamo saper soffrire e pedalare..

Articoli correlati

Pellegrini dimostra sui social la gioia per la vittoria in coppa Italia ...

Dal Network

Le parole di Alberto Gilardino a Mediaset nell’immediato post partita di Lazio-Genoa 1-0, match che...

Mister Gasperini ha parlato nel post gara della partita giocata oggi pomeriggio sul prato dell’Olimpico,...

Solo La Lazio