Zio Luciano passa a prenderci di ritorno dallo stadio. Corriamo in pasticceria per comprare le pastarelle e poi veloci a casa sua.
Alle 19:00 c’é in TV la registrazione di un tempo della partita più importante della giornata. Arriviamo in tempo. La TV a valvole impiega qualche minuto per entrare in funzione e poi tutto pronto: !2 novembre 1972, Roma-Lazio 0-1, la bomba di Nanni.
É il primo ricordo vivo che ho del derby, una partita che da allora non é mai finita.
Perché il derby non finisce mai. La partita è solo una tappa di un viaggio che scorre all’infinito tra quello che la precede e quelle che la segue. In questo andare, ad ogni fermata aggiungiamo in valigia ricordi, paure, gioie, lacrime e sorrisi, gli sfottó subiti e resi, le attese, i gol, le scenografie, le speranze, le delusioni…gli incontri e gli abbandoni.
Roma nasce da un fratricidio, siamo figli di una lotta familiare, ci portiamo dentro questo DNA, inconsapevolmente. Vivendo in Brasile pensavo la tensione si attenuasse..mera speranza. Sono qui agitato, nervoso, preoccupato, insopportabile, aspettando questo derby che non finisce mai.
Come me Sandro, anch’io parto da Nanni, poi garlaschelli e autogol di Santarini nello stesso anno…. eh si il nervosismo sale, il tempo non passa e fai 1000 pensieri positivi, negativi, allora dici! È na partita, poi pensi a loro(quanto so brutti) che gioiscono, te vengono i brividi, allora pensi a Chinaglia, Signori, Giordano, Casiraghi, Mancini, Nicoli………… e ti addormenti sereno, ti svegli e ricominci e così ogni giorno fino al fischio………..