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Risultati o consensi? Io ho già scelto… #Micamistabene

Mica...mi sta bene

La brontolona di sololalazio.it torna con la sua rubirca diversamente diplomatica a parlare di quello che non le va giù nel mondo Lazio…

Di Micaela Monterosso

Partiamo da un presupposto: come fai, sbagli. Specialmente quando entri nella sfera del calcio e – di conseguenza – del tifo. Essere giornalisti – sulla carta – significa riportare notizie. Cercarle, elaborarle, saper riconoscere le fonti autorevoli e dare al lettore una notizia nel modo più imparziale possibile. In un mondo ideale, io – giornalista – con dati alla mano, ti racconto qualcosa. Tu – lettore – scegli se leggerla o meno, se apprezzarla o meno e tutto rientra nella sfera della soggettività. Non si può piacere a tutti e questo è indubbio.

Da qui ad essere chiamati servi della società perché si scrive un articolo in cui – numeri alla mano, non chiacchiere – si evince che la Lazio negli ultimi 10 anni (dall’estate 2012) in Serie A è decima per spese sostenute e seconda per trofei vinti, ce ne corre e si oltrepassa pericolosamente il confine della malafede o della scarsa capacità di comprendere un testo. Vuoi per la via della contestazione a priori, vuoi perché la verità ha tanti volti e ognuno gli dà quello che più si avvicina alla sua idea, siamo arrivati ad un punto cruciale: o dici quello che alcuni tifosi, la piazza, l’ambiente (chiamatelo come vi pare) vogliono sentirsi dire, oppure sei un servo, un lacchè, un amico di… (e qui metteteci Lotito, Tare, Giocondo, chi vi pare, il senso non cambia).

Nessuno qui sta santificando nessuno, i difetti di questa proprietà li conosciamo bene, soprattutto nella cronica incapacità di farsi amare dalla gente. Ma i numeri sono inappuntabili e dicono esattamente questo: in Italia, dal 2012, la Lazio è decima per spese e seconda per trofei vinti. Ha speso meno del Bologna e vinto più del Napoli (per non citare Essi, perché sarebbe troppo facile). Poi oh, se vogliamo continuare a parlare solo dei 20 milioni di Muriqi, va bene. Un appunto, però: c’è il rischio concreto che diventi come il triplete dell’Inter, dodici anni dopo gli interisti parlano solo di quello (e oscurano il povero Simone a San Siro, dedicando ore e ore di cori allo SpecialOne). Fate vobis. E già che ci sono, un consiglio: seguite chi volete, ci mancherebbe altro, ma sappiate scindere un’informazione corredata da fonti autorevoli da un’opinione data con il solo scopo di racimolare consensi. Io sono laziale, dei consensi – perdonatemi – non ne ho bisogno. Ho smesso di cercare l’approvazione altrui quando ho deciso per quale sponda del Tevere fare il tifo. E non c’era Lotito, non c’era Tare. C’era la Lazio e continua a esserci la Lazio che – ripeto – è seconda per trofei vinti. Così, giusto per ricordarselo.

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