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Lazio, Reina: “Smetterò quando non avrò più il sorriso”

Pepe Reina ha rilasciato un’intervista al quotidiano spagnolo As. La sua carriera e il suo futuro al centro della chiacchierata.

È arrivato alla Lazio da pochi mesi, ma ha già conquistato la fiducia di tutti. Reina affronta col sorriso questa nuova avventura e oggi su As ha raccontato questo momento della sua carriera insieme a quelli importanti del passato.

Ho firmato per due anni con la Lazio, con l’opzione di un terzo. Se entriamo in Europa la prossima stagione scatterà automaticamente. Proveremo a raggiungere quel terzo… e poi un quarto. Fino a quando il corpo resiste! Il vantaggio è che mi piace molto quello che faccio. Quando non avrò più il sorriso nel fare quello che ho fatto finora, sarà il momento di smettere. Ma fino a quel momento.

Sono stato fortunato che quando Van Gaal è arrivato al Barcellona, ​​Hoek è stato chiamato come allenatore dei portieri, proveniente dalla scuola olandese. Ero giovane, avevo 14 o 15 anni. Abbiamo dovuto imparare a giocare con i piedi. Questo è stato il mio grande vantaggio: lavorare nello specifico sin da quando ero bambino, cosa che gli altri portieri hanno fatto molto dopo. Ora tutto è stato modernizzato. Prima, se eravamo fortunati ad averli, perché non tutte le squadre li avevano, lavoravamo con gli allenatori dei portieri. Era un lavoro più specifico. Adesso ci alleniamo con il resto della squadra e siamo coinvolti nelle stesse dinamiche“.

Tra i momenti più alti della sua carriera Pepe non può dimenticare la Coppa del Mondo:

Il mondiale vintro contro l’Olanda è stato il momento più felice del calcio spagnolo. I 23 di noi che sono stati scelti saranno sempre ricordati, ma non voglio dimenticare tutte le generazioni precedenti che hanno fatto la loro parte per rendere tutto possibile. Il 5-1 contro il Brasile? È stata una partita strana. Se Silva avesse segnato il 2-0 nell’occasione che abbiamo avuto, tutto sarebbe stato diverso. Se avessimo segnato quel gol, forse staremmo parlando di un altro Mondiale. Chissà. Il loro gol prima dell’intervallo ci ha abbattuti e nel secondo tempo le cose sono andate male. Erano di gran lunga superiori. Noi eravamo un po ‘alla fine del ciclo. Era palpabile“.

Questa invece la sua posizione sulle regole per i calci di rigore:

Mi sembra un oltraggio. Ci pensano tutti i portieri. Capisco che non si possa avanzare di un metro, ma di pochi centimetri… non dovrebbe succedere nulla. Mi sembra ridicolo. E per di più ti ammoniscono. La punizione è già sufficiente perché ripetono il rigore“.

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