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Parolo: “Amo la Lazio. Senza i tifosi sarà difficile, con loro eravamo già 1-0…”

Lazio - Cremonese, Marco Parolo

Parolo è in scadenza ma ha già l’accordo con Lotito. Oggi è ospite dei canali ufficiali: “Lottare per un trofeo è diverso, hai più energie”

Lazio Style Radio torna a ospitare i calciatori biancocelesti, da settimane rinchiusi in casa come tutti gli altri italiani. Oggi è il turno di Marco Parolo, che alle 12.20 prende parola sui canali ufficiali della società. Ecco le sue dichiarazioni: “Adesso con tutto il tempo a disposizione puoi fare cose, come cucinare o leggere un libro, che fanno bene alla mente e al corpo”.

Si può guardare alla sanità in maniera un po’ diversa?
“Uno deve prendersi cura di se stesso a partire dalle piccole cose, prima che poi diventi troppo tardi. Ogni cosa negativa, se ben analizzata, può portare cose positive. Bisogna imparare adesso a convivere con la situazione: siamo gente che sa ragionare e ha voglia di vivere. L’Italia è un paese che riesce sempre a trovare una soluzione a tutto. Spero non ci sia una corsa folle alla fine della quarantena, ma una ripresa con lo spirito giusto”.

Che stai leggendo?
“Adesso il libro di Gianni Mura, scomparso di recente. Ha raccontato tanto il ciclismo, una mia passione fin da piccolo”.

Come ti stai rapportando con la Lombardia, la tua zona…?
“Fortunatamente la zona di Varese è stata colpita in maniera più lieve rispetto a Milano e Bergamo. Ci sono dei disagi ma qualcosa comincia a muoversi. C’è molta attenzione alle richieste dello stato: il rispetto delle distanze e l’uso delle mascherine. L’attenzione delle persone è migliorata, questo è un bene”.

Hai voglia di riabbracciare i tuoi compagni dopo un gol?
“Manca l’adrenalina da competizione che ci nutre. Più che l’abbraccio, ho bisogno della singola sfida nella partitella e  della voglia di superare l’avversario ogni giorno. Poi la vittoria è sempre bella”.

Immobile si è buttato sulla Formula 1..
“L’ho seguito, lui è ancora più dentro di me. A livello di games lui è più avanti, mentre a livello di conoscenza della Formula 1 forse ne sono più io. Spesso in camera in ritiro ci vediamo anche le prove e le commentiamo. Il gioco è difficile perché è molto reale: sbaglio spesso e mi innervosisco.  Ho visto due GP da vivo, sono stato dentro nei box anche a vedere da vicino le macchine. È un mondo molto bello, c’è molta adrenalina anche se da fuori non sembra”.

A Marienfeld le sfide con Ciro sui kart sono emozionanti…
“È stata una bella sfida, mi sono girato un attimo e mi ha superato. Diciamo che l’ho fatto vincere per dargli fiducia (ride, ndr)”.

Quando riprenderà il campionati ci saranno diverse variabili, che ti aspetti dalla Lazio?
“C’è tanta voglia di ripartire. Il problema della mancanza del pubblico è grande, si era creata una sinergia incredibile: partivamo già 1-0 per noi. La carica che ti davano i tifosi era pazzesca, sapevi che per gli avversari non c’era scampo: i laziali sanno aiutare meglio di tutti, anche in trasferta. Sarà un problema per noi e dovrà essere compensato dalla voglia che abbiamo di raggiungere l’obiettivo. Non so come sarà, si capirà dai primi sguardi quando ci ritroveremo tutti insieme. Come nelle prime settimane di ritiro, già capisci come andrà la stagione. Quest’anno ho subito detto che sarebbe stata una grande annata, c’era una qualità e un’intensità nell’allenamento che non c’erano in passato”.

Non c’era neanche pressione di voi…
“L’entusiasmo ci ha trascinato tantissimo. Quando lotti per un qualcosa di concreto è diverso dal quando lo fai per una qualificazione in Champions. Hai sempre tanta energia sì, ma non quanta ne hai quando ti giochi un trofeo. Il sogno scudetto deve essere uno sprono per farci continuare con la stessa fame e voglia di prima”.

La Lazio ha la miglior difesa del campionato:
“Due step sono stati fatti. Il primo è la costruzione dal basso, siamo migliorati tantissimo perché ci abbiamo lavorato tanto. E poi c’è la fase di non possesso, nella quale abbiamo cambiato qualcosa. Non lasciamo più solo i difensori dietro, ma torniamo tutti con delle grandi transizioni negative che prima non facevamo. Alcuni giocatori hanno imparato ad aiutare, prima non sapevano neanche di avercelo nel dna. Il bello di essere in un progetto è quello di poter trovare gli errori e migliorarli durante gli anni. Con il lavoro, vedendo anche i video del passato, siamo riusciti a essere la miglior difesa del campionato. Merito anche della generosità degli attaccanti, che fanno un grande sacrificio”.

Inzaghi unisce il moderno con il pratico, è una persona intelligente…
“Sicuramente, il mister con il suo staff ha avuto la capacità di prendere tutte le cose positive degli anni e metterle insieme. I risultati parlano chiaro e ora c’è ancora tanto da migliorare. Abbiamo ampi margini e dobbiamo crescere”.

Che stagione è stata?
“Diversa dagli altri anni, perché non ero più un titolare. Ho dovuto riformattare il cervello, la modalità di prepararmi alle partite e capire che a una certa età puoi essere utile anche in altre cose. All’inizio ho fatto fatica, non riuscivo a entrare in ritmo solo con gli allenamenti. Con il tempo poi ho trovato la mia dimensione e mi sono sentito importante per la squadra. Amo questa maglia e questa piazza, mi sono messo a disposizione senza neanche pensarci. So che devo dare tutto se il mister mi chiede 10, 15 0 40 minuti”.

Cataldi è pronto per essere il dopo Leiva?
“Lo è già e ci sta dando tanto. Ha caratteristiche diverse ed è cresciuto molto dal punto di vista mentale. L’ho visto lavorare diversamente negli ultimi anni, so che può essere un perno per il futuro. Sa cosa vuol dire essere laziali e vivere lo spogliatoio. Potrà diventare un titolare inamovibile, adesso è nella piena maturità della carriera”.

I tuoi bimbi della scuola calcio?
“Purtroppo siamo fermi, non possiamo fare nulla. Siamo in attesa, speriamo di fare qualcosa in estate. Mandiamo qualche video, cerchiamo di essere d’aiuto, ma è un dispiacere per questi ragazzi che si divertono nel giocare a calcio”.

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