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Europa League: i motivi per cui vale la pena sperare nella qualificazione

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La qualificazione della Lazio ai sedicesimi di EL è quasi impossibile. Ma ci sono ottimi motivi per i quali vale la pena sperare nel miracolo.

Parliamoci chiaro. Le possibilità che la Lazio passi il turno stasera sono quasi nulle. Non ci sono motivi validi per i quali il Celtic dovrebbe andare a sputare sangue sul campo del Cluj. La vendetta per l’eliminazione subita ad agosto, onorare l’impegno, lo spirito sportivo anglosassone sono tutte storie. Retaggi di un tifo ancorato a un romanticismo del passato, che nel calcio moderno non esiste più. O forse non è mai esistito. Punti di vista.

Oggi si bada al sodo. Sempre e comunque. “Meglio due feriti che un morto”, disse Gigi Buffon qualche tempo fa. E come dargli torto? Il risultato prima di tutto. E a chi crede che certe meschine dietrologie non appartengano alla mentalità dei civili paesi del Nord, basti ricordare il biscotto di Euro 2004 tra Danimarca e Svezia.

Quindi, viene da chiedersi, vale la pena continuare a credere nel Fair Play degli scozzesi? La risposta è sì. Ammesso che poi l’impegno e la correttezza dei biancoverdi in Romania portino effettivamente al risultato sperato, ci sono ottimi motivi per non snobbare la partita e continuare a illudersi fino all’ultimo istante. In primis, esistono le eccezion. I famosi “fattori imponderabili“, che al di là di ogni logica aspettativa, influenzano l’andamento degli eventi. E i precedenti di cui qualche giornale parla oggi lo testimoniano. In secondo luogo, c’è il tornaconto pratico per la Lazio stessa e per i tifosi. Perché, appunto, si bada sempre al sodo. Anche nelle fantasticherie.

Il Ranking Uefa

Principale motivazione per sperare nel miracolo è la questione del Ranking Uefa. Il cui funzionamento si basa sui risultati del club nelle competizioni europee nel quinquennio precedente. E se l’obiettivo è partecipare alla Champions l’anno prossimo, guadagnare qualche punticino in più non farebbe male.

Solo quest’anno la Lazio potrà dire addio allo 0 del 2014-15, ma avrà ancora per un po’ la zavorra dell’assenza dalle coppe continentali anche nel 2016-17. Per questo in estate è entrata tra le 12 teste di serie dei sorteggi di Europa League per il rotto della cuffia, avendo il punteggio più basso tra quelle della prima urna. L’anno scorso fermarsi ai sedicesimi contro il Siviglia ha fruttato solo 6 punti. Quest’anno, per ora, lo score registra un guadagno di altri 4, per un totale, buono per il ’20-’21, di 41 punti. Troppo pochi, nell’Europa dei grandi, per sperare di rientrare nella seconda fascia. Il che significherebbe pescare ai gironi due top club e non uno solo.

Per provare a rosicchiare ancora qualcosa non c’è altro modo: bisogna passare il turno stasera e andare avanti nella fase a tabellone.

Le possibili avversarie

Il solo ragionamento pragmatico, però, al tifoso non basta. C’è bisogno di motivi capaci di smuovere in lui proprio quell’utopico romanticismo sportivo di cui si accennava prima. Allora ecco il fascino delle possibili avversarie per farsi ammaliare dal miraggio della qualificazione.

Al netto del risultato e di alcuni spiacevoli episodi di contorno, è innegabile che la trasferta al Celtic Park di Glasgow sia stata entusiasmante, per chi c’è andato. Uno stadio meraviglioso, una squadra storica e prestigiosa da affrontare. Perché non augurarsi di poter replicare nei prossimi mesi? Tra le prime degli altri gironi da poter incrociare, ci sono Siviglia e Salisburgo. Interessanti per una rivincita. Ancor più intrigante però sarebbe la sfida con i ragazzi terribili dell’Ajax, finalisti due anni fa.

E che dire del Manchester United per rivivere grandi emozioni? Magari cogliendo anche l’occasione di dimostrare ai cugini giallorossi che non per forza si debbono prendere sette gol all’Old Trafford.

I diavoli rossi comunque non sono ancora sicuri del primo posto, come anche il Porto di Conceição e l’Arsenal. Entrambe invischiate in un finale trilling nel proprio raggruppamento. Potrebbero arrivare prime o restare addirittura fuori.  La qual cosa, in fin dei conti, se la Lazio andasse avanti, andrebbe benone lo stesso. Si bada sempre al sodo, infondo. Oltre agli eventuali big match citati, gli altri possibili scontri, sulla carta, sembrano alla portata di Lulic e compagni. E qui ritorna il discorso sul ranking.

Effetto Italia ’82

Ma se anche questo non basta per convincersi a sperare, allora non resta che andare oltre la fantasia stessa. Superare ogni possibile immaginazione, come quando si era bambini. Per farlo bisogna appigliarsi ai ricordi. E chi oggi ha qualche capello bianco ben coglierà cosa si intende per “effetto Italia ’82”.

Ai mondiali di calcio in Spagna le critiche per la Nazionale di Bearzot sia prima sia, soprattutto, dopo le prime partite si sprecarono. Tre pareggi contro Camerun, Polonia e Perù. Passaggio del turno per differenza reti in un incastro improbabile di risultati. Poi sulle ali dell’entusiasmo, con la voglia di dimostrare di non essere quelli che si erano fatti beffare da ‘Mbida e Diaz, ecco il sogno diventare realtà.

E se succedesse lo stesso alla Lazio? Criticata all’inizio per la rosa troppo corta e per le scelte del tecnico. Prestazioni non all’altezza contro avversarie alla portata. Si qualifica per una botta di fortuna. E poi batte Brasile, Argentina e Germania (scegliete voi con quali top team paragonarle) fino alla conquista del titolo. Che poi, badando al sodo, significa Champions League sicura l’anno prossimo. L’entusiasmo per altro già c’è, visto l’andamento in campionato. Le critiche hanno già scosso l’orgoglio della squadra. Ora manca solo che si allineino tutti i pianeti.

Succederà? Molto probabilmente no. Celtic e Cluj baderanno al sodo? È quasi sicuro. Ma ci sono motivi per credere lo stesso all’impossibile? Assolutamente sì.

 

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4 anni fa

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Andy 66
Andy 66
4 anni fa

Io credo che dal prossimo torneo di Europa la UEFA dovrebbe obbligare le squadre a mettere 8//11 esimi titolari sempre in campo.a meno di infortuni seri e constatati.altrimenti squalifica del campo per tre turni.vedremmo un torneo più vero.e non solo perché oggi tocca a noi ma anche per gli altri club.da Andrea

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