La storia intrecciata di Tare e Inzaghi: il nostro amico Max883 ripercorre la strada del direttore sportivo e del tecnico della Lazio
Agosto 2005, Inzaghi e Tare. Il primo con un passato glorioso nella Lazio, il centravanti dello scudetto e miglior marcatore della storia biancoceleste nelle coppe europee e condizionato dai problemi alla schiena. L’altro, centravanti albanese proveniente da Bologna e con un passato nel grande Brescia di Roberto Baggio.
Giocheranno poco insieme: Simone appena 9 volte, segnando un solo gol in Coppa Italia. Igli molto di più, ma con solo tre gol. Divideranno la loro storia di calciatori alla Lazio per un solo anno, a causa del ritiro di Tare nel 2008 e il prestito di Inzaghi all’Atalanta. Ma i due non sanno che le loro strade si sarebbero incontrate ancora otto anni dopo, in ruoli totalmente diversi.
Il campo li unisce di sfuggita, ma le loro strade sono destinate a intrecciarsi…
Grazie a un lampo di genio del presidente Lotito, Igli (ormai i laziali lo chiamano per nome come fosse uno di famiglia) passa dal campo alla scrivania diventando il ds della Lazio: pur senza la minima esperienza, quest’omone albanese, che parla innumerevoli lingue ed è molto stimato all’estero, infonde fiducia in Lotito. Non sarà un cammino facile il suo, non mancheranno i momenti in cui lasciare la Lazio sarebbe stata la scelta più facile. Ma si sa, Igli è uno che nella vita ne ha passate tante e il verbo rinunciare per lui non esiste. Hernanes, Felipe Anderson, Milinkovic, Lulic, Klose sono solo alcuni dei grandi colpi del ds, accompagnati anche da giocatori poco fortunati, bisogna dirlo. Ma chi è che non sbaglia?
Simoncino, dopo il ritiro del 2010, comincia ad allenare le giovanili della Lazio: lo fa con gran successo, crescendo tanti ragazzi che porterà con sé fino alla Primavera con cui conquisterà due Coppe Italia, una Supercoppa Italiana e perderà una finale scudetto solamente ai rigori. Solamente una tragedia renderà triste questo percorso: la scomparsa del giovane Mirko Fersini, un ragazzo strappato troppo presto alla sua famiglia e ai suoi compagni, ma che resterà per sempre con loro, che loro non dimenticano mai e che ricordano in qualsiasi occasione.
Arriviamo ad aprile 2016: dopo un derby perso, la Lazio esonera Stefano Pioli e promuove Inzaghi come allenatore dei grandi. Le strade di Igli e Simone si rincontrano e nasce quella scintilla che da calciatori non ha fatto in tempo a nascere. Il resto è storia recente: dopo la telenovela Bielsa, Tare convince il presidente a puntare su Simone contro tutto e tutti. I fatti daranno ragione al dirigente albanese, tre grandi annate concluse con tre finali e due trofei. Un’alchimia tra i due sempre più profonda, i due si capiscono con uno sguardo come se avessero lavorato sempre insieme.
Due decisioni da veri laziali
Giugno 2019. Simone e Igli, dopo vari e insistenti corteggiamenti, decidono di rimanere alla Lazio, a casa loro, affermando che l’amore per questa società e questi colori è più forte di ogni cosa e che il loro desiderio è vincere qui. Praticamente fanno quello che molti tifosi hanno sempre rimproverato a questa gestione: distribuiscono LAZIALITÀ, infondono LAZIALITÀ.
Perché, come amo dire io: Simone ha avuto il coraggio di dire SÌ quando tutti quanti dicevano NO, mentre Igli, rinunciando ai tanti soldi del Milan, ha fatto una cosa da laziale vero. Igli e Simone, Simone e Igli… nessuno sciolga ciò che Lotito ha unito.
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Oh … almeno da voi un po’ di positività … da altre parti è un pianto continuo.
Una garanzia
Respinti al mittente…