Il nostro amico Gianluca “Baccarius” Bacchi vuole condividere con voi questo suo contributo su Igli Tare e vi propone un gioco
Forse sarà stata una mia impressione, ma quando il Tucu Correa si stava involando verso la porta dell’Atalanta – per segnare la rete del 2-0 che ha messo il punto esclamativo sulla vittoria della settima Coppa Italia della Lazio – ho visto in prima fila uno stampellone dai capelli e dalla barba di colore rosso: quell’omone era Igli Tare da Valona.
Immagino la sua sua doppia soddisfazione per la vittoria e per il fatto che i due gol laziali siano stati segnati da due sue scoperte, Milinkovic e Correa appunto. Non credo di sbagliare se dico che i meriti del trofeo vinto recentemente siano, sì, di Inzaghi ma in gran parte anche di Tare.
“È il primo a metterci la faccia”
Igli è una persona discreta, quasi invisibile. Ma quando serve, è il primo a metterci la faccia, a scendere in campo e nell’area spogliatoi per difendere squadra e società’ in occasione di situazioni che penalizzano la Lazio: tanto è vero che multe e inibizioni subite per queste rimostranze non mancano nel suo curriculum. Dal 2008, da quando cioè Lotito gli propose di sostituire Sabatini, Tare è cresciuto molto, ha affinato la sua tecnica e anno dopo anno il mondo calcio si è accorto delle sue qualità.
Il suo metodo di lavoro
Qualità che emergono ancora di più non disponendo di un portafogli, diciamo così, estremamente ricco. I giocatori acquistati non sono già dei top player, ma molti di essi lo sono diventati o lo stanno per diventare. Difficilmente si riescono a capire gli obiettivi e le piste che segue Tare. Non ha una rete capillare di osservatori, a differenza di altri ds, ma qualche amico e contatto in giro per l’Europa e un programma russo (InStat Scout) che produce statistiche sportive, mentre a Formello viene aiutato da un’analista.
È solito studiare video dei giocatori che gli vengono segnalati, passando sul terminale o guardando la tv intere nottate. E quando ritiene che un potenziale rinforzo possa essere utile alla Lazio, passa all’azione andandolo a vedere di persona. A questo punto va ad approfondire quello che per lui è un aspetto fondamentale per la conclusione di un affare di mercato: il carattere e il contesto familiare del giocatore da portare a Roma. Potrebbe sembrare irrilevante ma non lo è, se come spesso accade questi ragazzi vengono da Paesi e culture diverse da quelle con cui dovranno convivere e confrontarsi.
Ha la Lazio e i laziali nel cuore
La sua professione lo ha portato a ricevere premi e critiche nello stesso tempo, perché se da un lato può mettere sul piatto della bilancia numerosi acquisti azzeccati e fenomenali, dall’altro ci sono quelli sbagliati e non riusciti. È chiaro che nessuno è infallibile, però credo si possa dire che il nostro buon ds, con i mezzi che ha a disposizione, sia riuscito a compiere finora un lavoro egregio e di ottima fattura, consentendo alla Lazio di crescere e portare a casa qualche trofeo. A differenza di altri che nello stesso periodo di tempo, spendendo molto ma molto di più, hanno raccolto solo le briciole. Ed è proprio per questo che i meriti di Tare diventano maggiori e riconosciuti rispetto a quelli di ds italiani e non.
Il mio è un riconoscimento e un elogio a questo ragazzone albanese che ha la Lazio, i laziali e la città nel cuore: lo dimostra continuamente e in questi giorni lo ha fatto ancora di più, ricucendo lo strappo tra Lotito e Inzaghi. Un’opera di mediazione che sta a testimoniare quanto sia importante per lui il progetto cominciato con Simone per la crescita della squadra.
Vi propongo un gioco
Tare considera la Lazio casa sua e il rapporto con Lotito è stretto ed importante, tanto da rifiutare – come sembra – la corte serrata del Milan, del suo dt Paolo Maldini e del sostanzioso aumento economico che l’approdo a Milano gli garantirebbe. Non sto qui a fare un elenco di tutti i giocatori arrivati a Roma da quando Tare è ds della Lazio, rischierei d’innescare il meccanismo per il quale si debba stabilire se siano più le trattative positive o quelle negative. Io opto per la positività del lavoro di Igli nostro, ammettendo di averlo criticato quando gli errori sono stati, dal mio punto di vista, palesi e gravi.
Credo che il popolo laziale, nella sua maggioranza, sia grato a Tare e riconosca i suoi meriti soprattutto per l’attaccamento alla società e per avergli permesso, portando a Formello ottimi giocatori, di festeggiare la vittoria di trofei e coppe in faccia. Vorrei provare a fare la formazione migliore sotto la gestione Tare, ma preferisco chiederla a voi. Che ne dite? Ammessa anche la peggiore, se fatta con ironia e sarcasmo (anche Igli ne sarà consapevole e non si offenderà). Volete provarci?
Vargic
Patric bisevac wallace
Pererinha hitzsperger leitner garrido
Morrison
Postiga saha
Marchetti
Biava(voluto da reja) devrji acerbi(voluto da Inzaghi)
Candreva(reja) milinkovic leiva L.alberto f.anderson
Miro Ciro(Inzaghi)
4-3-3 all. ballardini
vargic
garrido bisevac novaretti vinicius
eliseu kakuta morrison
alfaro perea postiga
3-5-2 all. inzaghi
strakosha
biava de vrij dias
f. anderson milinkovic leiva hernanes candreva
zarate klose
Sagace e pungente!!! 🙂
Il ritorno di Baccarius….come al solito un gran bell’articolo…..Bravo