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Ma poi com’è finita la lite Bakayoko-Gattuso?

Lazio, Gennaro Gattuso
Milan, l'allenatore Gennaro Gattuso

Dopo l’episodio di ieri sera durante Milan-Bologna, la vicenda Bakayoko-Gattuso è andata avanti nel post partita e poi sui social

Mandare a quel paese il proprio allenatore non è mai una bella cosa. Se poi si chiama Gennaro Ivan Gattuso, lo è ancora meno. Quanto accaduto ieri sera alla metà del primo tempo tra il mister rossonero e il centrocampista Bakayoko è sintomatico della situazione poco serena che si vive di questi tempi in casa Milan. E dopo il caso della maglia di Acerbi e il ritardo agli allenamenti, sempre Bakayoko ha trovato un’altro modo per mandare su tutte le furie Ringhio.

Il suo labiale “ci vediamo dopo“, rivolto al calciatore non lasciava presagire niente di buono negli spogliatoi. E le dichiarazioni di Gattuso nel post partita lo hanno confermato.

Anche io ho mandato a quel paese parecchi allenatori, ma poi finiva là. In questo momento la cosa più importante è il Milan, non queste cose. Non bisogna mancare di rispetto alla maglia e al gruppo, più che a me. Ci sta un ‘vaffa’ poi però quando siamo a quattrocchi in una stanzina vediamo“.

Probabilmente, nessuno vorrebbe mai trovarsi in quella stanza. Proseguendo sugli stessi toni distensivi, Rino ha voluto chiosare così la questione: “La voglio chiudere qua, ne parleremo nello spogliatoio nella mia lingua, che qui in tv e con i giornalisti non posso usare: sono affari nostri“.

La risposta di Bakayoko

Dall’altro lato, Bakayoko ha pensato di chiarire meglio quanto accaduto, scrivendo su Twitter questo messaggio:

Sono diverse settimane che sui media si parla di me, io ho deciso di non dire niente e di continuare a lavorare. Tuttavia, ciò che è accaduto stasera e le interpretazioni che vengono date mi obbligano a reagire immediatamente, perché non accetto che mi si faccia passare per un giocatore che si rifiuta di entrare in campo quando il suo allenatore glielo chiede, e che non ha rispetto per il suo club e i suoi compagni di squadra.

Partivo in panchina, ma ero pronto a dare il 200% anche se avessi giocato soltanto 5 minuti. Quando Biglia si è fatto male mi è stato detto di cominciare a prepararmi per il cambio. E così ho fatto, mi sono preparato subito e mi sono scaldato per 2/3 minuti al massimo. Successivamente sono stato richiamato in panchina: questo è avvenuto tra il 23’ e il 26’ minuto del primo tempo.

Quando sono tornato a sedermi in panchina, l’allenatore si è rivolto a me con dei termini che non mi aspettavo, io non ho fatto altro che ripetere le sue parole. Niente di più. Che le cose siano chiare: non mi sono mai rifiutato di entrare o di andarmi a scaldare. Le immagini parlano chiaramente“.

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