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Mica mi sta bene: “Riflessioni su Massimo Mauro, Mou e l’imparzialità…”

Torna la rubrica a cura di Micaela Monterosso

Mica...mi sta bene

Imparzialménte: avverbio.

Con estrema obiettività, secondo giustizia, senza lasciarsi influenzare da preconcetti, simpatie e interessi personali.

Massimo Mauro è imparziale, da sempre. Guai a dire il contrario. Nel post partita si è battuto – come un vero cavaliere senza macchia e senza paura (?) – per l’unica verità possibile: quel rigore non c’era. E, a corredo della sua impeccabile tesi, ha aggiunto che con un fallo del genere non sarebbe caduto neanche un uccellino. Come dargli torto? Gli uccellini non hanno la caviglia.

Il derby è stato deciso da un episodio forzato. Orsato si è fatto “riprendere” dal Var. Lui non aveva giudicato il contatto falloso e non aveva fischiato alcuna irregolarità. Poi è arrivato Irrati (noto tifoso laziale, più volte incontrato a Piazza della Libertà la notte del 9 gennaio) e lo ha minacciato dalla sala Var affinché assegnasse quel rigore fantasma.

A dar ragione alla disamina di Mauro, arriva Mourinho ad aggiungere che il rigore è ridicolo. Vent’anni fa non si buttavano. È un rigore figlio del calcio moderno.

Il calcio moderno, il var, la moviola in campo, la stanza fumosa, la stecca non era la mia…

In un mondo ideale, la Roma avrebbe passato il turno e la Lazio avrebbe finito la gara in 3 uomini, più Sarri (ma solo perché era il suo compleanno e sembrava brutto espellerlo).

Il povero Massimo sta subendo una shitstorm non indifferente. Reo di aver difeso la verità e l’imparzialità che impone la professione.

Mettetevi nei suoi panni, non ha visto il rigore assegnato alla Roma contro la Cremonese. Altrimenti, si sarebbe dato fuoco in diretta a reti unificate. Anche il povero Mourinho, del resto, non si capacita di come – per una volta –  il rigore lo abbiano assegnato agli avversari. Soffre, è pervaso da sentimenti contrastanti. Non ha più punti fermi. Orsato glieli ha levati tutti (addirittura espellendo Mancini, il santo!), un guanto di sfida che non può raccogliere. No, non c’è rivincita. Ritentiamo l’anno prossimo Mou?

La verità è che nel vostro mondo ideale avreste pure ragione, ma nel calcio vince chi fa gol e voi – modestamente – non avete fatto un tiro in porta neanche con le mani. Ad onor del vero, un tiro in porta lo avete fatto. Ma il Dio greco senza faccia (o quantomeno nessuno sapeva che faccia avesse prima di ieri sera), si è ricordato perché era stato messo in campo (voci dallo stadio parlano di una prolungata partita a tressette con i raccattapalle, qualcun altro lo ha visto impartire lezioni di sirtaki ai tifosi alle sue spalle) e vi ha tolto l’unica speranza che avevate di continuare ad esistere.

A mettere le cose in chiaro arriva Lotito. Svestito il meraviglioso cappello nero da menagramo (pres, me ne regala uno uguale per il compleanno? 1 luglio, se volesse appuntarselo), parla di fattori imponderabili, di recenti scoperte dell’acqua calda (tipo che quel rigore era solare) e rispolvera il classico di Boškov: rigore è quando arbitro fischia, dopo intervento del var. La seconda parte dubito l’abbia pronunciata Boškov, ma Lotito riadatta da bravo linguista moderno, come il rigore.

Vorrei potermi dire addolorata, per Mourinho che ormai è diventato il fantasma di se stesso, per Massimo Mauro che deve mantenere il posto… ehm… l’imparzialità giornalistica (o magari semplicemente non ha mai studiato i regolamenti del calcio), per i sordautte a 4 euro consumazione inclusa e per tutti quelli che continuano ad esaltare il nulla cosmico, per due copie vendute in più. Ma no. Non sono addolorata, non stasera. Forse mai.

Io sono laziale, ho vinto il derby. Tu lo hai perso. Davide contro Golia. No, non quel Golia. La caramella, quella piccola piccola. D’altra parte, siete da sempre circondati da chi “ve fa senti’ importanti pure se non contate niente”. Noi siamo pochi, brutti e antipatici, ma abbiamo vinto. Ancora. E no, ripeto, di nuovo: non c’è rivincita.

Ps. Mi dicono dalla regia che il figlio di Zaccagni è suo, pure stavolta.

Mai ‘na gioia ragazzi miei… mai ‘na gioia.

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Mauro
Mauro
3 mesi fa

Micaela sei grande.Bellissimo articolo arguto e divertente.

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3 mesi fa

e’ peggio di di canio

Fabrix
Fabrix
3 mesi fa

Il cappello Borsalino di Lotirchio e’ veramente qualcosa di incredibile, con i suoi paletot di stoffa pregiata da sartoria.Sull’abbigliamento il senator non lesina

Ruggero
Ruggero
3 mesi fa

Massimo Mauro = Uomo di niente ,uomo è anche troppo per lui,zerbino,servo,schiavo,lecchino che delusione per un piatto di minestra

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3 mesi fa

Altro che Socrates sto buffone!

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3 mesi fa

Come si fa a non amarti 😂❤️

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3 mesi fa

Fantastico la parte sull’inoperosità di Mandas 🤣

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3 mesi fa

Mai ‘na gioia poracci 😂

Asrm
Asrm
3 mesi fa

Che dire? Applausi!

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