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Impressioni Accardo: la Lazio ribatte i campioni d’Italia e rilancia la stagione

Il secondo appuntamento della nuova rubrica incentrata sulla vittoria della Lazio a Napoli

La Lazio strapazza i campioni d’Italia vincendo sul loro terreno, al termine di una partita convincente che la rilancia in campionato e mette a tacere i troppi osservatori frettolosi che avevano già iniziato a intonare il de profundis.

I numeri della vigilia effettivamente facevano paura: la Lazio non vinceva per due volte consecutive a casa del Napoli da 86 anni, era la Lazio di Silvio Piola, per capirci; e considerato che la Biancoceleste aveva battuto i futuri campioni d’Italia nello scorso marzo, grazie a un siluro di Vecino, la cabala era insidiosissima. Aggiungiamoci che Rudi Garcia non ha mai perso contro la Lazio, e contro Sarri. D’altro canto non era mai successo nella storia che perdessimo tre partite consecutive in un campionato di Serie A, un record negativo da sfatare a tutti costi.

Insomma le condizioni psicologiche peggiori per presentarsi al cospetto dei più forti.

Ciò nonostante la Lazio è riuscita nell’impresa, proprio quando nessuno avrebbe puntato un centesimo bucato sulla sua vittoria, dopo i due ko contro due squadre di terza fascia. Lo ha fatto grazie a una compattezza difensiva che ha ricordato quella dei 21 clean sheet dell’anno scorso, anche in virtù del ritorno in campo di Hysaj che ha dato maggior equilibrio alla terza linea. Grazie al genio del suo giocatore più magico, e all’innesto di un paio di rinforzi della campagna acquisti più bella dell’era Lotito: Kamada e Guendouzi.

L’inizio è stato spaventoso. La squadra di Garcia ha sciorinato il gioco collaudatissimo che ha fatto stropicciare gli occhi a tutti da oltre 12 mesi, esercitando un pressing formidabile e asfissiante.

Sfiorano la segnatura a più riprese i partenopei con i loro cecchini da paura: Kvaratskhelia è pericoloso già al 2’ minuto con un tiro a botta sicura salvato a un passo dalla linea di porta da Marusic. Altra incursione di Oshimen che va vicino al vantaggio. Al 13° terza occasione da rete per il Napoli, con una testata perentoria ancora del centravanti nigeriano che esce di un soffio a lato della porta di Provedel.

La Lazio soffre maledettamente, è contratta e spaventata: sa di essere in ritardo di condizione, in difficoltà piscologica dopo i due ko inattesi. E di rischiare tantissimo.

Ma Luis Alberto ce lo abbiamo solo noi: una magia del mago porta in vantaggio la Lazio con un colpo di tacco d’autore al 30’ del primo tempo, dopo il primo spunto della partita (e del campionato) di Felipe Anderson. Purtroppo però non ci dice bene: il Napoli pareggia immediatamente con un tiro di Zielinski deviato da Romagnoli che spiazza imparabilmente Provedel.

Una cosa è certa: quest’anno non siamo fortunati, dopo le due traverse di Immobile nelle prime due partite, oggi un’autorete vigliacca nel momento peggiore della partita. Un episodio che, date le circostanze, ci avrebbe potuto tagliare le gambe. E non sarà l’ultimo.

Al 35’ dribbling ubriacante di Felipe Anderson in area di rigore che calcia a botta sicura una palla velenosa deviata provvidenzialmente da Olveira. La partita ora è spettacolare anche se il Napoli sembra arrivare prima sul pallone. L’essenziale è uscire imbattuti, per tutte le ragioni, anche soltanto nel primo tempo: fondamentale. Ci riusciamo in virtù di un recupero provvidenziale di Cataldi su un’incursione di Lobotka pericolosissima.

Il primo tempo finisce 1-1 ma si soffre maledettamente, perché il Napoli continua a pressare come se non ci fosse un domani. Reggeranno questi ritmi per 90’? Vediamo, intanto è durissima.

Neanche il tempo di cominciare la ripresa, e le due contendenti sfoderano subito un’occasione per parte: tiro in area di Zielinski parato a Provedel e assist di Luis Alberto che mette Ciro davanti a Meret: era fuorigioco. Non sarà l’ultimo offside decisivo.

Ma un contropiede micidiale di Kamada segna il suo primo gol in Serie A con una rasoiata di sinistro. Ancora una volta standing ovation per il mago che libera il giapponese grazie a un velo da applausi. Il giapponese sorride senza scomporsi, del resto ha fatto 9 goal e 5 assist nella passata Bundesliga: niente male per un centrocampista

Dopo un bel lancio di Luis Alberto per Ciro, che scappa tutto solo dalla sua metà campo prima di venire anticipato da Meret in uscita provvidenziale, arriva il momento di Mattèo Guendouzi: che giocatore, ragazzi!

Entra in campo e lancia Zaccagni per il 3-1 della Biancoceleste che viene però annullato dopo quasi un dieci minuti di var. Nemmeno il tempo di protestare che il transalpino butta dentro uno spettacolare tiro da fuori, che fa impazzire i giocatori in campo e i mille sugli spalti (e, si parva licet, anche chi scrive). Macché: annullato anche questo per un fuorigioco millimetrico di Zaccagni. Incredibile!

Ancora vicinissima al terzo gol la Lazio con un tiro a fil di palo di Zaccagni. E subito dopo con Pedro che incespica davanti al portiere con Ciro che si era smarcato sulla destra. C’è tempo anche per l’ingresso di Castellanos e Isaksen, e per un’occasione per i padroni di casa in extremis, che avrebbe però avuto il sapore della beffa.

Lo avevamo detto dopo la scoppola col Genoa: oggi era una partita in cui avremmo avuto tutto da vincere o tutto da perdere. Se fossimo usciti battuti dal Maradona la crisi sarebbe stata conclamata e plateale, con i tanti malpancisti pronti a bocciare il mercato, giubilare la Nostra e a presagire le peggiori sciagure al grido di moriremo tutti! (😊).

Abbiamo vinto contro i più forti, e da oggi cambia tutto.

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Val
Val
7 mesi fa

Così come era giustissimo non recitare il de profundis dopo quelle due brutte sconfitte iniziali, adesso non è il caso di suonare marce trionfali dopo questa buonissima vittoria.

Realisticamente potremmo fare tra i 6 ed i 7 come bottino nelle prime 5 gare di campionato, e non è una buona media come quella di due punti a partita avuta nel campionato scorso. Credo sia estremamente difficile fare bottino pieno anche a Torino, e se così fosse poi ci sarebbe la solita incognita contro il Monza: “si saranno montati la testa?”.

Il mercato è stato sicuramente migliore rispetto a quelli fatti da Tare negli ultimi anni, e quantomeno sembrerebbe essere stato fatto con un minimo di concerto col tecnico.

Guedonzi, fortemente voluto proprio da Sarri, e giocatore già pronto, impiegato subito a due giorni dal suo arrivo a Roma (!) in gara difficilissima e con impatto estremamente positivo immediato, è proprio la dimostrazione pratica e concreta che l’allenatore aveva ragione a chiedere profili di un certo tipo e pronti in questa sessione di mercato.

In barba a tutti i vari imbelli del “eh ma Sarri non fa giocare i nuovi acquisti” e varie corbellerie simili.

Sentivo infatti anche qualche folle affermare che avremmo dovuto mettere in panchina Immobile e giocare con Castellanos titolare, o cambiare modulo e giocare con entrambi, mettere dentro Rovella, che è appena rientrato da un infortunio, titolare fisso, etc.

Qualcuno spacciava l’autolesionismo per coraggio.

Aquila 68
Aquila 68
7 mesi fa

Il verbo ” strapazza” non è adeguato a quello che si è visto in campo. Soprattutto nel primo tempo. Sul gol.annullato a Guendouzi i dubbi restano, e molto forti. Tre punti fondamentali e alla faccia di chi già stappava champagne per le nostre sventure. Arbitraggi fin qui preoccupanti. Anche sta cosa va raddrizzata

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