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Lazio Women, Santoro: “Io colpita da persone poco leali, ma la Lazio è casa mia…”

Lazio Women, secondo posto in classifica e aria di promozione

Lazio Women, Martina Santoro fa chiarezza sulle vicende che l’hanno riguardata nella stagione appena conclusa.

Non si risparmia Martina Santoro, difensore e capitano della Lazio Women, che nel post pubblicato su Instagram ripercorre le tappe di una stagione difficile, a livello personale e di squadra.

Le biancocelesti sono retrocesse in Serie B e la giovane calciatrice ha vissuto un’annata altrettanto complicata individualmente, che l’ha vista addirittura relegata ai margini della rosa, nella prima parte, sotto la gestione Morace.
Parlando dell’inizio di stagione – la prima della Lazio Women in Serie A – Santoro dice: “È stata una partenza shock, tutte le aspettative che mi ero creata si sono infrante contro un muro fatto di persone poco leali, che hanno lavorato sotto traccia con l’intento di colpirmi dal punto di vista umano e di portarmi poi a scegliere di essere allontanata dal gruppo, pur di non scendere a compromessi”.

Poi il cambio di allenatore e il reintegro: “Le cose sono gradualmente migliorate dal punto di vista dei risultati, del lavoro e del clima. Ce l’ho messa tutta per tornare a essere ciò che sono sempre stata all’interno dello spogliatoio, nonostante io non abbia mai ricevuto l’attenzione che merita chi vive situazioni emotivamente particolari”. Parole forti quelle della numero 13, che nonostante tutto al biancoceleste è troppo legata, tanto che alla fine della lettera ribadisce: “La Lazio è casa mia, la mia vita, le mie gioie e i miei dispiaceri. […] La Lazio è il mio sogno da bambina che ogni giorno, quando varco le porte di Formello, si trasforma in realtà”.

In attesa di scoprire il suo futuro, Martina Santoro fa luce sulle vicende del recente passato. Perché “mettere un punto ci consente di ricominciare”, come cita lei stessa nella didascalia che accompagna la lettera pubblicata.

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Ennio
Ennio
1 anno fa

Speriamo che il nuovo DS Fabiani faccia piazza pulita di questi pesi inutili. Inutili per la Lazio, pericolosi per lo spogliatoio… se la suonano e se la cantano, sapessero almeno giocare a pallone, fanno parte di un passato che non esiste più e pretendono un posto d’onore li dove non meritano di stare. Carolina Morace è un’istituzione e se l’ha cacciata un motivo doveva pur averlo. Il calcio è cambiato, non stiamo più all’oratorio, “svejamose altrimenti in serie B ce famo la muffa se continuiamo a da retta a loro”…….

Nadia Tosto
Nadia Tosto
1 anno fa
Reply to  Ennio

Lei lo sa che, anche nel calcio ci sono simpatie??? Si ricordi di Spalletti con Totti!

Floriana
Floriana
1 anno fa
Reply to  Nadia Tosto

E’ verissimo Nadia, ci sono simpatie ovunque, in famiglia così come nei posti di lavoro. Bisognerebbe conoscere la verità per poter parlare….. chissà cosa è successo tra la coach Morace e la calciatrice Santoro, questo lo sapranno soltanto loro. Uno sfogo che però ho trovato fatto in modo maldestro e con l’arroganza della pretesa: nemmeno fosse stata una titolare inamovibile, o una fuoriclasse……… uno sfogo così esagerato esternato da una riserva che non ha praticamente mai giocato da l’impressione di essere più una liberazione da un senso di frustrazione. Io che ho visto qualche partita, anche dal vivo oltre che in tivù mi sono fatta un’idea del potenziale tecnico di questa atleta che a mio avviso non è all’altezza della posizione che occupa. Anche io, come il signor Ennio, mi auguro che al posto suo e di tante altre la Lazio ingaggi calciatrici di più alto livello tecnico per tornare presto in serie A.

Gladiatore sempre forza Lazio
Gladiatore sempre forza Lazio
1 anno fa

Non ho capito il senso dell’intervista e dello sfogo. Si sfoga perchè nessuno le ha dato attenzioni che lei dice di meritare? Attenzioni che significa? Giocare titolare? Non si capisce bene, siccome lei dice di vivere situazioni emotivamente particolari, allora qualcuno doveva riconoscerle un ruolo che forse soltanto lei nella sua convinzione si era costruita. Siccome la Lazio è casa sua, lei è l’attrice protagonista. La Lazio non è casa di nessuno, se non della Lazio stessa. Queste sciocchezze mi riportano a quando ero bambino e al campetto sotto casa, quando il padrone del pallone giocava sempre e decideva lui chi far giocare oppure no: d’altro canto il pallone era il suo…….. Finalmente il professionismo è arrivato e tutto questo puntare i piedi in maniera infantile è destinato a scomparire e con lui scompariranno piano piano i meccanismi e le dinamiche legate al dilettantismo. Un concetto deve essere chiaro, chi sa giocare a calcio, e può competere con i nuovi standard ed il nuovo livello tecnico, va avanti, senza polemiche, chi invece per ragioni tecniche non può arrivare a quei livelli deve, per forza di cose, accettarlo e lasciare spazio al nuovo che arriva. Senza battere i piedi! Gli sfoghi dei campioni sono tutt’altra cosa!

Seltaeb
Seltaeb
1 anno fa

Non capisco, e non è la prima volta che lo leggo, il motivo per cui si continui a chiamare “capitano della Lazio Women” una calciatrice che nell’ultima stagione non ha mai indossato la fascia di capitano e soprattutto non è mai stata titolare se non in una sola partita quella a Torino contro la Juventus. L’altra presenza è da subentrata, ormai a giochi fatti, contro la AS ROMA. Forse, a mio avviso, se si vuole omaggiare questa calciatrice per il suo trascorso alla Lazio quando la qualità del gioco era molto diversa dall’attuale, bisognerebbe non svalutare chi, ogni domenica di quest’anno, è scesa con la fascia di capitano al braccio; allora chiamiamola magari “capitano della Lazio storica”, oppure capitano della vecchia Lazio, perchè quest’anno il capitano non è mai stata lei, non avendo mai giocato titolare se non 1 volta. Io l’avrei fatta giocare sempre per la simpatia, ma le partite non si vincono se non con il talento e credo che la cosa è andata cos’, in maniera molto semplice, senza ricercare complotti inesistenti. Iimmagino che i due allenatori (Morace e Catini) abbiano pensato che il livello di questa calciatrice non è da serie A e per questo, forse, non ha mai giocato titolare, altre spiegazioni non riesco a trovarne. Non era titolare con Coach Morace e non lo è stata con Mister Catini, allora perchè ricercare sempre delle scuse quando invece bisognerebbe trovare delle soluzioni? Le cose cambiano e giustamente dico io. 10 anni fa il livello medio delle squadre era completamente diverso, ora si è alzato notevolmente, e per fortuna aggiungo. Se si vuole il bene della Lazio, bisogna pensare al bene della Lazio e non al bene del signolo giocatore, perchè il singolo passa,, la Lazio resta sempre! Omaggiando questa simpaticissima calciatrice con il titolo di “Capitano”, si penalizza chi invece il capitano lo ha fatto veramente.

Carlo
Carlo
1 anno fa
Reply to  Seltaeb

Sono d’accordo, e la questione è di origine filosofica. Alla Lazio le cose vanno così anche nel maschile, sembra una gestione familiare non professionistica, poi magari non lo è, ma la sensazione che si avverte è quella. “Questa è casa mia” è una frase che detta nel contesto dell’intervista sembra quasi una rivendicazione, una pretesa di un ruolo che evidentemente questa calciatrice credeva di aver diritto nonostante tutto. Chi è causa del proprio male pianga se stessa diceva qualcuno. Perchè metterla fuori rosa? E perchè soltanto lei? Ma questi complotti che ogni tanto escono fuori, chi li crea, e perchè? Invece di rilasciare interviste che somigliano più a delle poesie romantiche perchè non concentrarsi sul lavoro, sulle prestazioni, ora che il calcio femminile è diventato professionistico. Queste sono esternazioni da calcio dilettantistico, anacronistiche e fuori luogo. Si pensi a dimostrare di saper giocare a calcio, il resto è nulla.

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