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Noi tifiamo Lazio e per questo voliamo sempre alto

Lazio, Olympia

Ci siamo, il campionato della Lazio comincia stasera a Genova. Il pensiero del nostro amico Alessandro Sicari in vista del fischio d’inizio

– di Alessandro Sicari

Ci siamo, Lazio, oggi si riparte. Sono passati tre mesi e dieci giorni da quel 15 maggio che ci ha visti alzare la Coppa Italia al cielo. Ancora una volta. A dispetto di tutti i pronostici, di chi ci considera poco, di chi ci vuole male e di chi ha il fegato spappolato da un decennio di giallorosse sconfitte e successi biancocelesti.

Quella serata di maggio vedevamo un Sergej al top risolvere una partita tosta, combattuta, difficile. E sul finale col fiato sospeso seguivamo la corsa stratosferica e liberatoria del Tucu verso la Nord, che dribblando avversari e portiere insaccava quel pallone per farci saltare in aria come bambini. E poi urla di gioia. Abbracci. Salti. 6 o 7 gradinate sotto e tanta, tantissima goduria. Ve la ricordate? Pensando anche a chi, dall’altra parte del Tevere, avrebbe vinto il solito campionato estivo sui giornali. Sentieri diversi, destini opposti. Questa è la storia tra la Lazio e la Roma.

Oggi si riparte. E qualcuno potrà anche chiedersi: nella vita ci saranno cose più importanti alla fine dell’estate? Il lavoro che riprende, i progetti per l’anno che inizia di nuovo, le buone intenzioni, la dieta da cominciare, l’iscrizione in palestra, gli obiettivi professionali, la scuola che sicuramente andrà meglio… Certo, tutto giusto, tutto vero. Ma il calcio è forse la cosa più seria tra le cose meno serie. E come ogni estate ci siamo divisi tra radio, web e social network, litigando quasi su tutto.

“E Lotito compra questo e vendi quest’altro”. “E abbiamo preso delle incognite e questo deve crescere”. “E chissà quest’altro come sarà, quello è un prospetto e questo invece viene da un campionato minore”. Questo e quello, questo e quello, questo e quello.

Oggi tutti muti. Parla solo il campo. Che, come sempre, sarà il giudice più implacabile.

Qualcuno auspicava il nome di grido che potesse galvanizzare il nostro ambiente. Io dico che dovremmo galvanizzarci per i risultati. Siamo la seconda squadra più vincente degli ultimi anni dopo la Juventus e nella Capitale non c’è competizione. Siamo reduci da una vittoria stupenda in Coppa Italia e ci giocheremo una Supercoppa, mentre altri in un’anonima serata estiva vincevano un misero bonsai. Abbiamo fatto degli acquisti da valutare, ma tenuto i big, almeno fino a oggi.

Lo spogliatoio trasmette tanto entusiasmo, l’ambiente sembra sereno e noi ripartiamo da molte certezze. Dalla grinta di Radu alla classe di Sergej. Dalla solidità di Acerbi alla sicurezza di Leiva. Dai gol di Ciro alle danze del Tucu e le magie di Luis Alberto. Dalla crescita di Luiz Felipe e Bastos alla fascia di capitano di Lulic. E, ancora di più, dalla consapevolezza che a Roma c’è solo Lazio. Solo la Lazio. Che ultimamente in Italia, titoli alla mano, siamo secondi solo alla Juventus.

Abbiamo tutte le carte in regola per giocarcela con tutte le squadre anche quest’anno. E magari vincere. E magari godere ancora come il 15 maggio scorso. Hic et nunc. Godiamoci il momento, godiamoci questa squadra, le vittorie conquistate e quelle che – speriamo – dovranno arrivare. Noi tifiamo Lazio e per questo voliamo sempre alto.

 

Leggi anche l’editoriale del nostro direttore Giulio Cardone:

Forza Lazio, finalmente si riparte: ecco perché è giusto pensare positivo

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