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Lazio, Peruzzi: “Mai avrei pensato di vedere Inzaghi allenatore. 12 anni in biancoceleste ti segnano”

Lazio, Peruzzi: "Puntiamo alla Champions League"

Lazio, le parole dell’ex portiere e team manager

Dopo cinque anni da club manager, la scorsa estate le strade tra Angelo Peruzzi e la Lazio si sono separate, tante le cause: molte incomprensioni con la dirigenza, soprattutto in merito alle sue responsabilità. L’ex portiere però resta ancora legato a quei colori e alle persone con le quali ha passato questi anni, sia calciatori che allenatori. Tra questi c’è anche Simone Inzaghi, per 12 anni in biancoceleste insieme, prima da compagni di squadra e poi da colleghi. Oggi Angelo ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, nella quale ha parlato anche dell’attuale tecnico dell’Inter:

INZAGHI – “È l’esatto contrario del giocatore. Se mi avessero chiesto di indicare uno che non avrebbe mai potuto fare l’allenatore, avrei risposto di getto Simone. Era un ragazzino, viveva alla giornata, rideva, scherzava, era tutto uno scherzo. Si è fatto uomo, ora è maturo, responsabile, cocciuto anche. Un tecnico di prim’ordine, studia giorno dopo giorno, cura i dettagli, ed è un decisionista. Un giorno gli dissi: “Simo, se vuoi diventare un grande allenatore devi fare attenzione anche alle cazzate e avere una risposta definitiva per qualsiasi domanda. Sì o no, incerto mai, non devi prendere tempo, vediamo più avanti o cose del genere.  Lui è uno tosto e consapevole. Mai avrei pensato di vederlo attaccare al muro qualcuno nello spogliatoio, e invece è capitato. Sa essere dolce con i giocatori, ma anche autorevole e autoritario. La trasformazione più sconcertante avviene in partita. Lui vive per il risultato, per la vittoria. Credimi, è talmente teso e su di giri che sarebbe perfino capace di fare a botte. Hai presente Salvatore Bagni? Fuori dal campo un uomo di cuore, sempre pronto a farsi in quattro per darti una mano, ma in partita avevi soltanto voglia di attaccarlo al muro. Un genere alla Bagni».

LAZIO –Ho sempre amato giocare a calcio, non sono mai stato tifoso. Le figurine ho cominciato a raccoglierle a vent’anni e ho smesso subito. Ovviamente dodici stagioni nella Lazio ti segnano e non puoi trascurarle».

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