
Derby, pubblichiamo l’omaggio a Stefan Radu del nostro lettore Max883.
Salve a tutti,
mi chiamo Stefan, sono nato a Bucarest 32 anni fa, ma vivo a Roma da ormai undici anni. Di mestiere faccio il calciatore, il mio ruolo è quello di centrale di difesa. Qualcuno mi vede molto bene anche come terzino sinistro (io non ne sono molto convinto).
Da quando sono arrivato in città, ho giocato solo per una squadra, la prima della città, e ormai la considero casa mia. Non sempre è stato tutto rose e fiori, anzi ci sono stati dei momenti duri: i primi tempi giocavo poco perché c’era un certo serbo, bravino nelle punizioni, che scendeva in campo al posto mio. Una volta andato via, sono stati gli infortuni la mia sfortuna. Tanti, troppi, perlopiù muscolari e molti perché acceleravo il rientro in campo per aiutare quella che incominciavo a sentire come una casa, una famiglia.
Sabato è un giorno importante, c’è la Partita! Io ne ho giocate tante, con alterne fortune.
Ancora ricordo il primo: erano passati tre anni dal mio arrivo, quando un cecchino tedesco al ’95 mi regalò la prima gioia dopo tante delusioni e qualche cartellino rosso.
Dopodiché arrivò quello che rimarrà il Derby di Roma per eccellenza. Era maggio e ho solo un’immagine di quella partita: io che provo a dare un calcio nel sedere al mio amico Senad, bosniaco dai piedi poco raffinati ma dal cuore grande.
Da quel giorno ne sono passati altri di derby, con molte delusioni (anche per colpa mia) e poche ma IMPORTANTI gioie (la Coppa Italia vi dice nulla?). In alcuni ho fatto il tifoso,una volta dalla tribuna, altre in panchina insieme ai miei compagni.
Sabato sarà una partita molto importante e io sarò lì come sempre a combattere per me, per la Lazio e soprattutto per voi, perché ormai io sono uno di voi.
Ciao, sono Stefan Radu e sono un tifoso laziale.
