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Senza Confini, nuova puntata della rubrica: viaggio nel Kuwait biancoceleste

La lazialità è Senza Confini. Ma come vivono la Lazio i tifosi che si trovano a molti chilometri di distanza da Roma?

Di Niccolò Di Leo

Dopo un bellissimo viaggio in America, la rubrica “Senza Confini” cambia continente e si trasferisce in Asia, più precisamente in Kuwait, dove vive Muneif Al-Fadhli. La puntata di oggi è interamente dedicata alla sua passione per la Lazio e al suo amore per questi colori. Muneif è anche admin della pagina Instagram “lazio4arab”, molto seguita dai tifosi biancocelesti residenti in quelle zone. Sarà interessante capire com’è nato questo amore e come lo coltiva quotidianamente.

Come nasce la tua Lazialità?
“La mia passione per la Lazio nasce durante il Mondiale del 1998, quando ad attirare la mia attenzione fu Marcelo Salas, attaccante del Cile. Per conoscerlo meglio sono andato a cercare il club in cui giocava ed ho scoperto che si era trasferito da poco nella Lazio. In questo modo è nato il mio amore per questa squadra, che dopo 23 anni è sempre più intenso”.

Chi è stato il tuo primo idolo e in chi lo rivedi nella Lazio di oggi?
“Ci sono tante stelle che hanno giocato nella Lazio ed è difficile sceglierne una. Per quanto riguarda i giocatori stranieri direi Juan Sebastian Veron, mentre tra gli italiani “Il Capitano” Alessandro Nesta. Nella Lazio di oggi scelgo Sergej Milinkovic-Savic: è secondo me il miglior giocatore della rosa e lo ammiro moltissimo. In passato sono riuscito a ottenere una maglia con la sua firma”.

La partita più emozionante che hai visto allo Stadio?
“Nonostante io viva molto lontano da Roma, per fortuna ho avuto l’occasione di venire e di vedere una partita della Lazio. Era la stagione 2017-2018, e abbiamo vinto 3-0 contro il Cagliari, con i gol di Immobile, che segnò una doppietta, e Bastos. È stata una bella sensazione vedere la squadra giocare, adoro lo Stadio Olimpico e mi diverto tantissimo con i tifosi biancocelesti”.

Cosa significa tifare Lazio a distanza?
“L’amore per la Lazio mi fa sentire come se abitassi a Roma. Quando la seguo, sono nervoso per tutta la partita, e quando vinciamo, mi immagino come se fossi con la Curva Nord, amo l’Italia e la Lazio, seguirla con così tanta passione non mi fa sentire la distanza”.

Qual è la tua definizione di Lazialità?
“Per me la Lazialità è come una nuova patria, un senso di appartenenza piantato nei nostri cuori. Cresce con noi fin dall’infanzia e lottiamo per preservarlo, non importa quanto dure siano le circostanze. La Lazio è una storia d’amore che non finisce, se non con la morte.”

Qual è stata la tua più grande follia per la Lazio?
“Senza dubbio ogni mia esultanza, come quando abbiamo vinto dei trofei. Ma non dimentico il momento folle in cui Klose ha segnato il gol della vittoria nel derby all’ultimo minuto. Io in quel periodo soffrivo di mal di denti, ma per la gioia ho strillato comunque, stranamente non ho sentito dolore. Ricordo bene anche le esultanze per le reti, nel recupero, di Behrami, sempre nel derby, e di Murgia in Supercoppa Italiana contro la Juventus. Ogni esultanza per la Lazio è una follia”.

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