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Calciomercato: la parte preferita dal fanciullo sognatore

Calciomercato, quando i palloni sono fermi e i sogni in movimento

a cura di Gianluca “Baccarius” Bacchi

Non è nemmeno finito il campionato, con le coppe europee che sono in corso di svolgimento che già (da
giorni) impazza il calciomercato. Il calciomercato è la parte più fanciullesca di ogni tifoso perché permette
di ritornare bambini e di conseguenza fantasticare disegnare e sognare la propria squadra con i giocatori
che hai sempre desiderato. Il mio personale ricordo va a quando ero pischello (come si dice a Roma) e di
quando appena passata la mezzanotte andavo in via Veneto (non per paparazzare qualche Vip o fare la
dolce vita) a comprare la prima edizione del Corriere dello Sport, de Il Messaggero, della Gazzetta, di
Tuttosport per trovare proprio le notizie di mercato…se ad esempio si era chiusa qualche trattativa o se a
sorpresa era arrivato qualcuno potendo quindi sognare e pensare in grande, oppure no. O magari leggendo
di un giocatore accostato alla Lazio storcere il naso o criticare questa o quella contrattazione. Noi tifosi
della Lazio con il calciomercato abbiamo un rapporto contrastante perché veniamo da 15 anni di gestione
Lotito nel quale le trattative estive di acquisizione dei giocatori sono sempre state tribolate sofferte, a volte
nascoste a volte segrete a volte improvvise, fatte di brusche frenate o di stop all’ultimo minuto quando
sembravano ormai già chiuse, mentre prima dell’avvento del Presidente da Villa San Sebastiano abbiamo
vissuto il calciomercato dell’era Cragnotti e qui ogni giorno c’era una notizia. Era come essere in paradiso
perché nel sentire leggere e vedere le notizie di calciomercato ti sentivi al settimo cielo: giocatori di calibro
mondiale accostati alla Lazio e pronti per vestire la maglia biancoceleste (capirete che per chi come me è
cresciuto con la Lazio in Serie B era come essere Pinocchio nel paese dei balocchi). Questa differenza tra le
due gestioni è la metafora del calciomercato che è questo, nel bene e nel male, fatto di alti e di bassi,
bisogna accettarlo e prendere le notizie per quelle che sono, fidarsi di chi ce le dà o anche no, l’importante
però è cercare di rimanere sognatori perché poi il bello del calciomercato è proprio questo: tornare
bambini e assaporare il vero gusto del gioco più bello del mondo. La realtà è che purtroppo non sono più un
fanciullo ed ho sulla testa una discreta quantità di capelli bianchi, così come sulla barba, e quindi quando
escono notizie di calciomercato sulla Lazio tendo a metterci sempre la tara, cerco di capire quanto possano
essere reali o se sono solo voci messe in giro da questo o quel giornalista, da un insider dei social, da un
mitomane che afferma di essere un amico di un procuratore o avere contatti nel mondo del calcio. Certo è
che quando nei giorni scorsi ho sentito che era fatta per David Silva sono improvvisamente tornato ad
essere quel sognatore che oggi invidio per l’età che aveva. Anche in questo caso, in questa trattativa c’è
l’essenza del calciomercato e della comunicazione che ne gira intorno. Sembrava fatta, poi sì poi no, poi
forse poi di nuovo fatta e poi nuovamente in attesa di definizione; e così gli addetti ai lavori del pallone
hanno cominciato a dare una serie di notizie al riguardo ognuno in base ai propri canali o informatori o alle
proprie conoscenze con la conseguenza che la stessa voce è stata riportata in tanti modi differenti. È qui
che deve entrare in gioco l’intelligenza e la capacità di secernere del tifoso, o la fiducia in quel giornalista
piuttosto che di un altro. Chi fa informazione può sbagliare, prendere un abbaglio fidandosi troppo dei suoi
contatti, ma nella stragrande maggioranza dei casi lo fa in buona fede e senza secondi fini. Dico questo perché
nel caso David Silva ho notato che si sta esagerando, soprattutto da quando la trattativa con la Lazio si è
arenata, troppa esasperazione con conseguente maleducazione nel commentare gli aggiornamenti dati dai
giornalisti che si occupano della vicenda. Stiamo tutti più calmi, torniamo ad essere quei ragazzini che
volavano alto dalla gioia o basso per la delusione a seconda dell’acquisizione o meno di un giocatore da
parte della propria squadra del cuore. Torniamo a sognare, vivere questa fase della stagione con la
spensieratezza e la tranquillità che servono per giudicare un’operazione di mercato senza trascendere nella
cattiveria e maleducazione perché vorrei ricordare che parliamo sempre di un gioco che, ahimé, per interessi
economici, politici e di potere è stato nel tempo sfregiato e maledettamente contaminato. Questo messo
nero su bianco è un mio pensiero e visione del calciomercato e lungi da me l’idea che possa esserlo anche
di altri, sono sicuro però che tornare bambini e sognare in questa fase dell’anno dove i palloni sono “fermi”
potrà solo far bene ad un ambiente che di bambinesco non ha più nulla.

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Alberto Mulè
Alberto Mulè
3 anni fa

Semplicemente bellissimo! Grazie

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