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Quando la mentalità conta più dei 3 punti

Brescia - Lazio, ancora ballottaggi in corso per la sfida di domani

Lazio, contro la Juventus è arrivata la 7° vittoria consecutiva: ma quello che più conta è la prestazione e la crescita della squadra

La vittoria contro la Juventus riveste e rivestirà un ruolo fondamentale nell’economia della stagione della Lazio e delle altre pretendenti alla Champions. Nonostante lo siano a livello concreto e per la visuale della classifica, i tre punti ottenuti ieri non sono però la cosa più importante del match dell’Olimpico. Sono solo la punta di un iceberg più grande, alla base del quale c’è un gruppo unito, una squadra vera che nell’ultimo mese e mezzo è cresciuta in modo esponenziale. Sotto tutti i punti di vista: tattico, fisico e mentale. Non si fanno 7 vittorie consecutive in A (sbancando il Franchi e San Siro rossonero) per caso ma ogni singolo risultato va considerato come la diretta conseguenza di una maturazione complessiva a 360°.

La lente d’ingrandimento va quindi spostata dai singoli tre punti e messa sulla prestazione, sull’atteggiamento e sul carattere mostrato dalla Lazio di Inzaghi, ora meno docile e più arrabbiata. Una creatura plasmata da anni, alla quale mancava sempre l’ultimo step per diventare seriamente credibile in modo continuo. In passato la Lazio non avrebbe mai firmato una vittoria come quella di poche ore fa: avrebbe fallito il famoso salto di qualità, magari giocando anche bene ma senza raccogliere quanto avrebbe meritato. Quel salto in avanti che i biancocelesti hanno invece fatto da metà ottobre in poi, da quando Lotito con una lunga intervista ha toccato l’orgoglio di tutti i componenti dello spogliatoio di Formello. Allenatore, giocatori e staff, nessuno escluso: tutti si sono sentiti toccati nel profondo, tutti hanno risposto da uomini alzando la testa e dimostrando il proprio valore. Dal secondo tempo contro l’Atalanta (era il 19 ottobre) è cambiata la stagione della Lazio. I giocatori hanno unito il bel gioco alla concretezza, alla fame e alla concentrazione che ci vuole per raggiungere un obiettivo prestigioso come la Champions League. Alla fine dei primi 45′ minuti contro i bergamaschi la Lazio era sotto di 3 gol e a -8 in classifica da Gomez e compagni. Oggi, domenica 8 dicembre, la classifica recita: Inter 38, Juventus 36, Lazio 33, Roma 29, Atalanta 28, Napoli 21.

Se si focalizza l’attenzione soltanto sui risultati finali si commette un errore, perché le partite spesso vengono indirizzate da episodi difficilmente controllabili. Le prestazioni, l’atteggiamento, lo spirito del non mollare mai e vincere anche al 90′ invece no: non sono mai casuali. Ecco perché di Lazio-Juventus di ieri sera la cosa più importante non è il 3-1 in sé per sé, ma il modo in cui è maturato questo risultato. L’aspetto che deve lasciare più felicità nei tifosi biancocelesti è la consapevolezza che le vittorie ottenute non sono riconducibile alla sorte o alla fortuna, no, perché sono frutto di sacrificio, lavoro e idee, quelle di un tecnico e di una società che hanno sempre percorso la propria strada. Deve rimanere la convinzione che tutte le squadre possono trovare la serata giusta per superare 3-1 un big match, ma poche lo fanno nel modo in cui l’ha fatto la Lazio contro i pluricampioni d’Italia di CR7.

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