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Cagliari-Lazio story, dal gol di Chinaglia alla 100ª rete di Rocchi

Cagliari-Lazio, Tommaso Rocchi 2011/12

Tre Cagliari-Lazio indimenticabili: dal tornado Long John contro Albertosi al sigillo numero cento di Rocchi, passando per l’esordio boom di Zarate – di Alessandro Giovagnoni

Cagliari-Lazio, si volta pagina. La 36ª giornata di campionato passa per la Sardegna Arena, in una città nella quale la formazione biancoceleste ha sfidato la squadra rossoblù già in 32 gare di Serie A equamente, o quasi, spartite tra le due compagini.

Il bilancio totale recita: 10 successi del Cagliari, 11 pareggi e altrettanti successi della compagine laziale che, proprio in terra sarda, ha saputo scrivere pagine importanti della propria storia. Ripercorriamole insieme.

Chinaglia decide a Cagliari: è l’inizio di una grande storia

La prima vittoria della Lazio in Sardegna nella massima serie italiana risale al 1972/73: la formazione capitolina, neopromossa, chiuse l’annata al terzo posto in classifica ad appena due punti dalla prima forza, dopo aver lottato fino all’ultima giornata di campionato per la vittoria dello scudetto.

Nella stagione seguente la squadra guidata da Tommaso Maestrelli fece visita al Cagliari il 2 dicembre del 1973, in occasione della settima giornata, dopo aver ottenuto già sette punti nei primi sei turni di Serie A. Freddo. Terreno pesante. Un diluvio si abbatté sul Sant’Elia. Eppure, nonostante le condizioni avverse, si consumò il principio di una grande storia.

La storia di Riva e Chinaglia. La storia di Gori e Valeri, calciatori di quel Cagliari dal breve, anzi brevissimo, passato biancoceleste. L’ultimo, in particolare, rilevato dalla Lazio in prestito nell’estate precedente per disputare il Torneo Anglo-Italiano e per essere visionato da Tommaso Maestrelli, suo avversario a distanza di pochissimi mesi.

Pochi minuti di gioco, esattamente ventuno, e la Lazio passa in vantaggio. La rete biancoceleste è l’icona, la rappresentazione dinamica, reale e concreta di quella che sarà la stagione laziale: Chinaglia prende per mano la squadra e riceve palla sulla sinistra, si accentra superando Tomasini, sterza nuovamente saltando un altro avversario, Niccolai. L’estremo difensore avversario Albertosi gli viene incontro, proprio come le mille difficoltà che quella Lazio dovette affrontare in quella stagione. Come i mille ostacoli che quella squadra aggirò come Chinaglia fece con Albertosi a Cagliari. Voglia. Determinazione. Colpo d’esterno destro, palla in rete. Due punti al Sant’Elia. Qualche mese più tardi la Lazio si sarebbe laureata per la prima volta nella sua storia campione d’Italia.

L’esordio di Zarate, un colpo di fulmine

Passiamo alla storia moderna. Un salto lungo 35 anni. Da un numero 9 a un numero 10. Dal freddo di dicembre al caldo del calcio d’estate. Era il 31 agosto 2008. La Lazio guidata da Delio Rossi in panchina debuttò stagionalmente in Serie A affrontando il Cagliari al Sant’Elia.

Partiamo da una premessa: nessuno sapeva chi fosse. Qualche tifoso lo aveva visto ad Auronzo e magari avrà esclamato: “Forte questo ragazzo”. Qualcun altro aveva letto di lui sul giornale tra quelle colonne che riassumono i movimenti estivi di mercato, classificando decine e decine di nomi tramite due categorie: “acquisti” e “cessioni”. Alla voce “acquisti”, in quell’estate, era comparso un nome: Mauro Matías Zárate.

Un’altra premessa: al fischio d’inizio di Cagliari-Lazioquel calciatore argentino indossava proprio la maglia numero 10. Nessun’informazione in più. La partita inizia e il
Cagliari colpisce un palo con Larrivey. Lo stesso porta avanti i sardi al 31′. Nella ripresa Pandev colpisce a botta sicura, ma sulla linea di porta Lopez para il suo tiro con il braccio. Rosso e rigore per la Lazio.

Dagli undici metri si presenta il giovane Zarate. Scivola sul dischetto, ma spiazza Marchetti. Ha segnato il dieci, primo gol in biancoceleste. Si ripete. Pallone in uscita intercettato dall’argentino che, con un occhio, vede Marchetti in uscita. Chinaglia con un esterno destro, Mauro a modo suo. Con un pallonetto. Traiettoria lenta, pallone che entra in porta e fa breccia nel cuore dei tifosi laziali. È la palla del colpo di fulmine. Cagliari-Lazio sarebbe poi terminata 4-1 per i biancocelesti che, da quel momento in poi, avrebbero fatto cieco affidamento sul loro numero 10: Maurito.

La 100ª rete in biancoceleste di Tommaso Rocchi

Da un esordio a un traguardo. Da un inizio a una fantastica conclusione. Il 30 ottobre del 2011, ogni tifoso laziale sapeva come Tommaso Rocchi fosse a un passo da quota cento gol in maglia biancoceleste. Una rete.

Difficile pronosticarla proprio nella serata del Sant’Elia. Il centravanti veneziano, infatti, arrivò all’incontro con il Cagliari senza mai aver raccolto durante la stagione una sola presenza in campionato. In precedenza, Rocchi era riuscito a segnare tre reti nel doppio confronto con il Rabotnicki valido per i preliminari di Europa League. Da novantasette a novantanove.

Al Sant’Elia, i biancocelesti arrivarono all’84′ avanti di due reti sulla formazione di casa grazie alle marcature di Lulic e Klose. Reja opta per un cambio: fuori Cissé, assist-man in occasione del gol del tedesco, dentro Rocchi. Minuto 88. Ledesma è sul pallone per un calcio di punizione dalla destra. Pallone teso all’altezza del primo palo, Rocchi taglia e anticipa tutti di testa. Agazzi tocca la sfera che bacia la traversa, tornando nuovamente a disposizione dell’attaccante laziale. Al posto giusto nel momento giusto. Rimasto appostato nella zolla della storia. Tiro di prima intenzione e gol. Il centesimo con l’Aquila sul petto.

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