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“I quasi laziali”: i calciatori del Cagliari che potevano essere della Lazio, ma…

Il bomber del Cagliari
L'attaccante del Cagliari Leonardo Pavoletti

La nuova rubrica “I quasi laziali” alla scoperta dei calciatori che giocano con gli avversari, ma potevano vestire la maglia biancoceleste.

In occasione di Cagliari-Lazio, SololaLazio.it inaugura la nuova rubrica “I quasi laziali”. Calciatori e giovani promesse, ma anche allenatori, che nel passato, recente o remoto, sono stati accostati alla Lazio, senza mai approdare dalle parti di Formello. Tra storie e retroscena di calciomercato, per ogni partita ci sarà un viaggio nella memoria di quei nomi  che hanno fatto fantasticare o rabbrividire i tifosi biancocelesti.

Nella rosa attuale della formazione sarda sono ben 5 i quasi laziali. A cominciare dai difensori Cacciatore e Ceppitelli. Il primo era stato tra i possibili candidati a sostituire Konko nell’estate del 2016. Allora il terzino destro giocava nel Chievo Verona e già nella precedente sessione invernale si era tentato di allacciare i contatti. Poi non se ne fece nulla. Su quella fascia arrivò Jordan Lukaku.

Il secondo, invece, è più recente. All’inizio dell’estate scorsa il doloroso addio di De Vrij aveva lasciato un buco nella difesa laziale e nel turbinio di nomi papabili per la sostituzione del centrale olandese ci finì pure l’attuale capitano dei rossoblu. Grazie anche al pressing di Inzaghi, a Roma è arrivato Francesco Acerbi e Ceppitelli è rimasto in sardegna. Tutto sommato, ai tifosi può stare bene così.

A centrocampo il nome ripetutamente finito in orbita biancoceleste è quello di Luca Cigarini. Il classe ’86 è ciclicamente accostato alla Lazio dal 2010. La prima volta avvenne in quella stagione disgraziata, con Ballardini in panchina, nella sessione  di gennaio. Il mister e il calciatore si conoscevano dai tempi della primavera del Parma e il ragazzo avrebbe gradito la destinazione, ma niente da fare. Quell’inverno arrivò Hitzlsperger dallo Stoccarda a metà campo. Insieme a lui Biava e Floccari dal Genoa e Dias dal San Paolo.

L’unico vero abbozzo di trattativa per portarlo a Roma ci fu solo nell’estate del 2013. La squadra di Petkovic, fresca trionfatrice in Coppa Italia contro la Roma, cercava rinforzi sulla mediana. Serviva un altro regista che potesse dare il cambio a Ledesma. Il cartellino era di proprietà del Napoli, che chiedeva circa 7 milioni per liberarlo. Non se ne fece nulla. Tare preferì virare su Lucas Biglia dell’Anderlecht.

Il brivido in attacco

È nel reparto avanzato che forse alcuni mancheranno qualche battito cardiaco. Tra i quasi laziali c’è Cyril Thereau, arrivato al Cagliari solo a gennaio. Nel 2013 ci fu un incontro (seppur smentito dalle parti) tra Lotito e Campedelli e i due parlarono anche del possibile affare di mercato . Ma rimase solo un pour parler. E non è certo lui il motivo d’ansia.

Le palpitazioni vengono quando si scopre che nel 2016, oltre a Cacciatore, la Lazio non concluse l’acquisto di Leonardo Pavoletti. La società preferì virare su un altro profilo. Un classe ’90 originario di Torre Annunziata (Na) che, dopo la sua esplosione in Italia, aveva girovagato l’Europa senza troppa fortuna. Prima Dortmund, poi Siviglia. Era alla ricerca di riscatto, come lo erano le aquile dopo un’annata sfortunata e l’addio al calcio di Miroslav Klose.

Esatto. Avete capito bene. La scelta era tra l’attaccante allora di proprietà del Genoa e Ciro Immobile. Solo a pensare a questa sliding door dal valore di 8,5 milioni di euro (tanto è costato il cartellino del numero 17) viene da sudare freddo.

Non ce ne voglia il centravanti dei sardi, che comunque, tra alti e bassi, non ha fatto malissimo in questi anni, dopo l’exploit col grifone. Ma, oggettivamente, non c’è paragone con i numeri del bomber partenopeo. Senza dubbio, in questo caso i tifosi laziali possono decisamente ritenersi soddisfatti della scelta fatta dalla dirigenza biancoceleste.

 

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