A casa custodisco la lettera dedicata a Davide e anche la fascia che ho indossato dopo di lui. Mi ricordo che quando vedevo sua figlia Vittoria prendevo un po’ di frutta che a lei piaceva tanto, e mi ricordo che uan volta non gliela portai e lei ci rimase male. Le piaceva tanto l’uva e da allora questo frutto è diventato un simbolo del nostro rapporto. Col Benvento c’era un’aria irrespirabile, che ti fa capire che c’è qualcos’altro nel mondo oltre a noi. Al Franchi si avvertiva un clima surreale, non da questo mondo. All’inizio è stato uno shock ma poi mi sono ripreso. Lo abbraccerei per non lasciarlo mai“.