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Ledesma: “Inzaghi ha fatto anni stupendi alla Lazio. Pioli è molto bravo nel preparare la partita sull’avversario”

26 maggio, Ledesma: "In cima al mondo la Lazio mia"

Cristian Ledesma, ex centrocampista biancoceleste, è intervenuto ai microfoni di TMW, parlando in particolare di Inzaghi e Pioli

Ecco le sue dichiarazioni: InzaghiErano i suoi ultimi periodi da giocatore. Quello che si vedeva era che conosceva tutti i calciatori, e non parlo solo di Serie A o Serie B. Però non era il classico giocatore-allenatore: se me l’avessero detto non lo avrei mai pensato. Seguiva tantissimo il calcio, a tutti i livelli: conosceva tutti i giocatori di Serie C. Sotto l’aspetto professionale può crescere, come tutti, non è un allenatore navigato o con tantissima esperienza. Però ha fatto anni stupendi alla Lazio ed è andato in crescendo: all’Inter ha vinto subito qualche trofeo. Quest’anno, avendo forse la rosa più completa del campionato di Serie A, le aspettative sono salite e di conseguenza sono aumentate le critiche. Penso che in parte siano comprensibili, è una squadra che poteva essere in corsa per tutti i trofei a disposizione, al netto del campionato a parte fatto dal Napoli. Penso che le critiche siano giuste se guardiamo a quello che è il calcio italiano. Ingiuste, però, se si pensa a un progetto e anche alle tante assenze che ha avuto nel ruolo della stagione. Pioli? Lui invece, alla Lazio faceva l’allenatore e doveva prendere delle scelte. Secondo me, è molto bravo nel preparare la partita sull’avversario, è di altissimo livello in questo, nello sfruttare le debolezze dell’avversario. Nei particolari è molto preparato. Se mi aspettavo raggiungesse quel livello? No, però è vero che vivevo una situazione particolare: con lui ho trovato spazio anche per questioni societarie. E all’epoca non l’avrei mai detto, però ha fatto benissimo il primo anno alla Lazio. Già allora, peraltro, si vedeva la sua capacità nel preparare la partita sull’avversario. A chi dei due mi ispiro? Come allenatore ho avuto Pioli: ho preso, prendo e prenderò quello che gli ho visto fare. Inzaghi non l’ho vissuto come tecnico. Però in generale non sono uno che si fossilizza sui moduli: penso di più ai concetti, sulle armi da dare ai giocatori. Poi dipende da che tipo di squadra hai, non credo sia utile giocare in un modo e basta, ma penso che si debba pensare ai principi giusti, nel calcio di oggi. In chi mi rivedo tra Brozovic e Calhanoglu? Nessuno dei due. Ma non lo dico perché non siano bravi: quel ruolo lo interpreta meglio uno come Bennacer, dà quantità e qualità. Non è il ruolo né di Brozovic né di Calhanoglu. Poi hanno grande qualità palla al piede e riescono a rendersi utili alla causa, ma secondo me non è il loro ruolo e si vede soprattutto quando devono tappare dei buchi tattici. Quando l’Inter deve impostare, viceversa, sono utili: dipende da quello che chiede l’allenatore”.

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