L’ex allenatore biancoceleste ha parlato a ‘gianlucadimarzio.com’ di Stefan Radu, oggi recordman di presenze nella storia della Lazio
Ecco le sue dichiarazioni: “Mi fece una grandissima impressione quando arrivò nel gennaio 2008, così lo lanciai subito a Firenze in Coppa Italia. Spesso gli stranieri vanno aspettati, lui no, era già italiano”
“INIZIO’ TUTTO DA UN PRELIMINARE” – “A quel tempo non avevamo soldi e prendevamo molto scommesse. A volte andavano bene. Lo vedemmo la prima volta nell’agosto del 2007 durante gli spareggi. Era veloce, e soprattutto mancino con una buona tecnica e una discreta personalità. Il problema era che giocava nella Dinamo Bucarest, proprio la squadra che avremmo affrontato nel doppio confronto. Noi giocavamo a quattro, ma già si vedeva fosse ideale per una difesa a tre. Zauri era destro e così lo utilizzai spesso anche da terzino, oggi gli è servito: con Inzaghi lo vedo salire e creare superiorità numerica”.
IL ‘BOSS’ DELLO SPOGLIATOIO – “Ai miei tempi i leader erano Peruzzi, Di Canio e Rocchi. Lui non parlava molto, ma si è integrato subito pur senza conoscere lingua e cultura. Ha personalità ed è benvoluto, ma ha sempre voluto dedicarsi solo al gioco. Un capitano invece ha tanti compiti e deve parlare con il presidente o il direttore sportivo. Poi lui è anche uno fumantino e ha paura di eccedere… . Ma la sua è una storia bellissima. In questo calcio è difficile rimanere per tanti anni nella stessa squadra, e quando accade spesso sei un’alternativa. Lui invece è rimasto sempre protagonista”.