Esiste una differenza profonda tra la proprietà e l’appartenenza.
Presidenti più o meno facoltosi, multinazionali, fondi di investimento, stati sovrani, sono proprietari dei club e, ahimè, del calcio, ma il mondo che governano non gli appartiene.
Il calcio appartiene alla gente, i club appartengono alla gente ed i “sovrani” sempre più spesso lo dimenticano, con la malizia di chi vuole farne semplicemente un business.
Con i miei quasi 60 anni ho più ricordi che speranze e tra questi ricordi molti sono legati al calcio ed alla mia Lazio. Questo non vale solo per me, ma per tutti coloro che, in ogni lato del mondo, hanno calciato un pallone immaginandosi un campione, hanno cantato, hanno riso e pianto, sono stati felici e tristi, hanno sognato senza mai arricchirsi.
Non so se non riesco più a sognare con il calcio per colpa dell’età o di chi si è appropriato di ciò che non gli appartiene. Quello che so è che vorrei permettermi la spavalderia di sognare ancora.
Ringrazio con tutto il cuore Claudio Lotito per le solide realtà che ha saputo costruire, lo dico davvero, vorrei solo che le usasse adesso per immaginare un sogno e corrergli dietro come si fa con un pallone.
Ogni giorno la vita ci sbatte in faccia la sua solida realtà, lo fa senza parsimonia. Vorrei che almeno il calcio e la mia Lazio fossero differenti, fossero capaci di liberarmi dalla solidità della realtà per farmi sentire leggero…come in un sogno.