Oltre al danno, la beffa per Caicedo. Chiffi, il solito… #MicaMiStaBene
A cura di Micaela Monterosso
Distopia: detta anche anti-utopia o utopia negativa, è una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro. Prevedibile, sulla base di esperienze percepite nel presente come altamente negative, in cui viene presagita un’esperienza di vita indesiderabile o spaventosa.
Dazn non funziona. Ce ne ha data ampia dimostrazione nella giornata di ieri, dove la stragrande maggioranza degli utenti europei (quindi no, nessuna congiura italiana) non ha avuto accesso ai contenuti dall’app. I pochissimi fortunati che hanno potuto seguire le due gare di Serie A (tra cui la Lazio, manco a dirlo), sono quelli che hanno accesso a Dazn tramite Sky. Mentre metà dei laziali imprecava su Twitter (giustamente, aggiungo, con voi ci si vede in live venerdì prossimo), noi eletti abbiamo iniziato ragionevolmente a domandarci se, in vista del prossimo triennio, dovremmo comunque mantenere attivi ventisette abbonamenti e sperare che tutto funzioni. Probabilmente sì. Altrettanto probabilmente, almeno per quello che mi riguarda, torneremo alla cara vecchia radiolina. Magari chiedo a Cucchi se ha impegni, visto mai che mi ritrovo Caressa pure lì.
Tornando alla partita, per la rassegna “Solo a noi succedono ‘ste cose”, il Verona si conferma la squadra più fastidiosa della Serie A e Chiffi si conferma…Chiffi. Il panterone segna un gol fuori dalla zona Caicedo, infatti glielo annulla. Il motivo? Una sbracciata ai danni di Magnani. Richiamato al Var da Orsato, non ha dubbi. Gol annullato e cartellino giallo per Felipe. Quello che il buon Chiffi non ha notato è che la sbracciata altro non era che il tentativo di divincolarsi da una trattenuta iniziata negli spogliatoi. Pare che Magnani volesse la maglia di Caicedo, magari poteva aspettare la fine della partita e lasciarlo segnare in pace. Invece, oltre a negargli la gioia del gol (e che gol, tra l’altro!), ci priverà del nostro amuleto contro il Benevento. Lo stesso Felipe si è detto furibondo, su Twitter. Lode a lui per non aver ceduto ai nervi. Io non ce l’avrei fatta.
A rimettere a posto le cose, in maniera del tutto insperata, ci pensa Milinkovic allo scadere, incornando un pallone con un colpo di testa per-fet-to. Roba da Sergej. Nell’abbraccio finale con la panchina c’è l’essenza della Lazio: testa e cuore, tanto tanto cuore. Lo ha detto Farris (il nostro portafortuna, con lui in panchina non si perde mai), la squadra ha giocato con il cuore. Ce ne hanno messo tanto e lo hanno fatto tutti, da Pepe a Ciro. Anche dalla panchina, orfana di Inzaghi. La vittoria è per Simone, che non li ha lasciati un attimo (era collegato da casa, spero che Farris non lo avesse in cuffia, altrimenti l’otorino di Formello dovrà lavorare parecchio nei prossimi giorni), per Gaia e per i tifosi, tutti. Siamo ancora lì. È difficile ma siamo la Lazio, nessuna paura. Avanti ragazzi!