Nella rubrica diversamente diplomatica post Crotone-Lazio, si parla di meteo, di aviazione e di pseudo-giornalismo.
Di Micaela Monterosso
Mistificazione: distorsione, per lo più deliberata, della verità e realtà dei fatti, che ha come effetto la diffusione di opinioni erronee o giudizi tendenziosi, al fine di trarre vantaggio dalla credulità altrui. Con significato più generico: imbroglio, falsificazione.
La trasferta di Crotone non nasce sotto una buona stella ma, ormai, siamo forgiati; il rientro di Ciro e la perdita di Sergej, il “caso” Luis Alberto e l’allerta rossa per maltempo su tutta la Calabria. Le immagini che arrivano da Crotone la mattina del match sembrano quelle di uno scenario post apocalittico: fiumi d’acqua, macchine sommerse, detriti, caos. Si gioca o non si gioca? Il dubbio resta in piedi per tutta la mattina e, nonostante l’ok allo svolgimento della gara, quella a cui si assiste è tutto, fuorché una partita di calcio.
Sembra di rivedere la celebre “scapoli contro ammogliati” fantozziana; la palla non rimbalza, giocatori zuppi prima del fischio di inizio (come non abbiano preso tutti una polmonite, fa parte dei misteri della scienza), pozzanghere che sembrano piscine e gioco inesistente. Nelle difficoltà, si sa, il laziale viene fuori: Parolo gioca una partita che sembra essere la finale di Champions, per l’intensità che ci mette. Serve un assist – degno di Luis Alberto – a Ciro che, manco a dirlo, la butta dentro e zittisce tutti, di nuovo (ma non vi siete ancora stufati?). Correa raddoppia, facendomi venire voglia di prenderlo a schiaffi; mi sbaglia gol facili facili (di quelli che segnerei anche io con i tacchi a spillo) e poi mi tira fuori ‘sti capolavori. Perché, Tucu? Caicedo continua ad avere difficoltà a Crotone (non ti preoccupare Felipe, non serviva) e Inzaghi – a fine partita – ha bisogno dell’autotune. Non ha più un filo di voce, l’ha usata tutta per urlare, sotto al diluvio. Mister monumentale. Alla domanda sul rinnovo, risponde: “Sono qui da 21 anni, sanno tutti cosa rappresenta la Lazio per me“. Pres, che dovemo fa’?
Tornando alle cose che alimentano la mia rubrica, non avendo appigli né dai tamponi, né dall’estromissione di Luis Alberto – che non solo ha giocato dal 1’, ma ha chiuso la gara con la fascia di capitano – a cosa si sono attaccati stamattina? No, non a quello… all’aereo! Un titolo meraviglioso: “L’aereo della Lazio arriva (con i giocatori terrorizzati), ma non ritorna: primo volo da dimenticare”. Riporto testualmente, onde evitare fraintendimenti.
L’aereo è atterrato all’aeroporto di Crotone grazie alla bravura del pilota, ma non perché sia un catorcio – come vi piace sottolineare ad ogni occasione utile – ma perché su Crotone c’era l’inferno. Le immagini parlano chiaro. Giocatori terrorizzati? Sì, ci sta. Provate voi ad atterrare con le condizioni atmosferiche che hanno trovato loro, con il vento che ti sposta e la pioggia che non si ferma. Che sia un “catorcio” o un velivolo appena costruito, non fa differenza.
La differenza, invece, continua a farla questo pseudo-giornalismo che – nelle ultime settimane – non fa altro che attaccare la Lazio per qualsiasi cosa, attaccandosi a qualsiasi cosa, pur di trovare il pretesto di parlarne.
Basta, dai. Non siete più credibili, non ridicolizzate quella che dovrebbe essere una professione nobile. Parlateci dei terreni di Tor Di Valle pignorati, dei bilanci della Roma e della polmonite “bipolare” di Totti. Fate ridere un po’ anche noi, ogni tanto.
???? bravissima ?
Brava bene bis!!
Siamo la prima squadra in Italia ad avere un aereo privato a Disposizione, senza fare file o aspettare orari in giro x gli aeroporti, stabilisce la società e lo staff tecnico l’orario
Dei voli di andata e ritorno, non era mai successo, neanche Juventus Milan e Inter erano arrivate a tanto, grande intuizione del presidente(che contestó e non amo però se mi prende il Flaminio cambio idea???), Avanti Lazio fino alla fine
P. S.
Giornalai poveracci
E vogliamo parlare di quelli che il calcio?