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I “Lazionali” a Roma: da Guarisi a Immobile e Acerbi, chi ha giocato e segnato “a casa”?

Immobile in Nazionale

La storia dei “Lazionali” a Roma. Quanti e quali laziali nella storia hanno giocato con la maglia azzurra nella Capitale? E chi ha anche segnato?

Questa maglia è il punto d’arrivo massimo per un giocatore”. Lo ha detto Francesco Acerbi in conferenza stampa a Coverciano. Ultimo laziale, in ordine cronologico, convocato in nazionale, se andrà in campo all’Olimpico contro la Grecia, il leone si aggiungerà alla ristretta cerchia (e insieme a lui, probabilmente anche Immobile) dei “Lazionali” che hanno giocato “a casa”.

Il pensiero del centrale biancoceleste è condiviso dalla larga maggioranza degli atleti, di qualsiasi sport. Rappresentare il proprio paese è un orgoglio, ma soprattutto un privilegio, concesso alla carriera di pochi. Presumibilmente i migliori. E nella storia della selezione azzurra di calcio solo altri 47 laziali, oltre lui, hanno ricevuto questo onere e onore. Aprì la strada Fulvio Bernardini, convocato nel 1925 per un’amichevole contro la Francia, giocata a Torino il 22 marzo e finita addirittura 7-0 per noi.

Ma di questi 48, quanti e quali hanno avuto anche l’opportunità di giocare a Roma, nel proprio stadio?

I “Lazionali” a Roma

Contando tutte le 57 gare della Nazionale maggiore nella Capitale (amichevoli, coppa internazionale, qualificazioni mondiali e europee e fasi finali dei mondiali degli europei giocati in Italia nel ’34, nel ’90, nel ’68 e nell’80), sono 12 gli aquilotti azzurri scesi sul terreno di gioco “della loro casa”. In ordine cronologico: Guarisi, Piola, Lovati, Muccinelli, Chinaglia, Wilson, Manfredonia, Casiraghi, Signori, Nesta, Negro e Oddo. Immobile e Acerbi, pertanto, porterebbero il totale a 14.

L’italo-brasiliano Amphilóquio Marques (italianizzato Anfilogino) Guarisi il 27 maggio 1934 fu il primo. Giocò la partita d’esordio della coppa del mondo nello Stadio del PNF (oggi il Flaminio) contro gli Stati Uniti. Finì 7-1 per gli uomini di Vittorio Pozzo, che alla fine della manifestazione si laurearono campioni.

Sempre a maggio, il 17, ma due anni più tardi, il re dei bomber italiani, Silvio Piola, scese in campo nello stesso stadio col tricolore sul petto (anche se all’epoca era in uso lo stemma dei Savoia sulle maglie e non i colori della bandiera). L’amichevole Italia-Austria, terminò 2-2. Lo stesso attaccante è anche il biancoceleste ad aver giocato più volte nella Città Eterna con la Nazionale: succederà infatti altre due volte negli anni a seguire.

Per i successivi 2 “lazionali” a Roma si fa un salto di 21 anni. Il 25 aprile del ’57, nell’1 a 0 valido per le qualificazioni ai mondiali del ’58 contro l’Irlanda del Nord, Bob Lovati difendeva i pali azzurri e in attacco c’era Ermes Muccinelli, detto la freccia d’oro.

Il 9 giugno del 1973 all’Olimpico arrivò il Brasile. Amichevole di lusso vinta dai ragazzi di Ferruccio Valcareggi per 2-0. All’inizio del secondo tempo, per sostituire rombo di tuono Gigi Riva, entrò Giorgio Chinaglia.

Giorgione replicò la presenza un anno più tardi, in quell’occasione insieme a Pino Wilson, in uno 0-0, sempre amichevole, contro la Germania Ovest. Long John è dunque al secondo posto per presenze laziali in azzurro nell’Urbe (Nesta lo eguaglierà). Dopo questa accoppiata di campioni d’Italia ’74, fu la volta di Lionello Manfredonia. Il 3 dicembre del 1977, gara di qualificazione ai mondiali, l’Italia batteva il Lussemburgo per 3-0. Da lì in avanti più nulla all’ombra del Colosseo fino agli anni ’90.

Casiraghi è il primo a tornare “a casa sua” nel 1993. Lo seguiranno Signori, Nesta e Negro. Gli ultimi due protagonisti di un inconsueto Italia-Resto del Mondo del 16 dicembre 1998, terminata 6-2. Il capitano del secondo scudetto, comunque, nell’ottobre di un anno prima, aveva disputato il match a reti bianche contro l’Inghilterra, valido per le qualficiazioni ai mondiali di Francia ’98. Poi, nel nuovo millennio, solo Massimo Oddo ha giocato tra le mura amiche. Era il 7 ottobre 2006 e si disputava ancora una gara di qualificazione, quella volta a Euro 2008. Nel 2-0 finale contro l’Ucraina di Shevchenko, l’allora capitano delle aquile segnò su rigore il gol del vantaggio.

Per questo motivo il terzino destro, al tempo fresco campione del mondo, fa anche parte di un ristretto gruppo di laziali doppiamente privilegiati: 4 dei 12 elencati, oltre ad aver giocato “a casa”, hanno anche lasciato il segno nel match.

I gol a Roma

Oddo è l’unico difensore, gli altri sono tutti attaccanti. Gigi Tyson Casiraghi il 13 ottobre ’93 siglò al 16° minuto il raddoppio nel 3 a 1 rifilato alla Scozia, nella nona giornata del gruppo 1 di qualificazione a USA ’94. Giuseppe Signori decise la sfida amichevole contro la Svizzera qualche mese dopo. Il 3 giugno ’94, al 24°, su un lancio lungo di Albertini, Beppe gol scatta sul filo del fuori gioco e a tu per tu col portiere non sbaglia. Per la cronaca, nella ripresa fu sostituito da Massaro. Un classico nella gestione Sacchi.

Nemmeno a dirlo, il quarto dei “lazionali goleador casalinghi”, primo in ordine cronologico, è di nuovo il leggendario Silvio Piola con 4 marcature “romane”. Il 15 maggio 1938, nel 6-1 contro il Belgio, mise a segno addirittura una tripletta nel finale di partita, con le tre reti infilate una dopo l’altra fra il 71° e l’84°. Il quarto gol andò a referto il 14 aprile del 1940, decisivo per il sorpasso nella vittoria in rimonta 2-1 ai danni della Romania.

Arrivato in totale a quota 30, in 34 presenze, il centravanti di Robbio è 3° nella classifica all time dei cannonieri della Nazionale. Sopra di lui ci sono Giuseppe Meazza con 33 e Gigi Riva con 34. Tre miti inarrivabili per Ciro Immobile, fermo a quota 8. Ma il bomber di Torre Annunziata stasera potrebbe avere l’opportunità di affiancare il suo nome a quello di 4 grandissimi laziali del passato (vale anche per Acerbi, ovviamente, ma, visto il ruolo, all’apparenza è più complicato).

Un motivo in più per seguire la partita. Forza Azzurri! Forza Ciro (e Francesco)!

 

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Il Codice etico della Lazio, che cos’è e cosa prevede?

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