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Impressioni Accardo: “LAZIO, ANNO ZERO”

Lo ammetto, faccio atto di contrizione, abiura e resipiscenza: sono tra quanti si erano augurati che il cambio di allenatore fosse inevitabile, e quindi opportuno. Lo scrivo perché ora sembra di capire che il punto sia quello: ci dovevamo tenere Sarri e l’abominio tecnico-tattico di questa sera non si sarebbe verificato, asseriscono in molti sugli scranni del sacro web versione social, senza tema di smentita.
Lo scrivo con un filo di ironia perché mi pare evidente la capziosità di questi atteggiamenti. Troppo comodo, troppo facile e troppo semplice, diceva quello… perché era chiaro a tutti che la Lazio di Sarri quest’anno non ha quasi mai funzionato: io ricordo il secondo tempo col Napoli, e le partite con Sassuolo e Atalanta, e poco più… Qualcosa di inspiegabile dopo il secondo posto tutto sommato meritato dell’anno scorso, avendo sostituito Sergio col più azzeccato dei nuovi arrivi, ovvero Guendouzi. Ma tant’è, questo è quanto, del resto il calcio non è una scienza esatta, e per fortuna: basti vedere cosa sta facendo il Napoli: una stagione mediocre con gli stessi identici giocatori che non più di 8 mesi fa le consentirono di stracciare tutti con la fantasia.
E così, anche io come molti ho sperato che potesse accadere anche a noi ciò che capita di solito: sostituire l’allenatore sarà la soluzione più facile e banale, ma di solito funziona: basti vedere la metamorfosi della Roma, dopo l’avvento di De Rossi, senza bisogno di andare troppo lontano. Lo dico? Lo dico: la Lazio di Sarri mi sembrava esser diventata, per ragioni lo ripeto imperscrutabili, una camera a gas: gioco asfittico, trame di gioco prevedibili e infatti lette sistematicamente dagli avversari, e una fertilità offensiva imbarazzante. Senza contare i malumori latenti e i mugugni sin troppo palesi. Quale ne fosse la causa? Boh: un senso di appagamento dopo una stagione vissuta al disopra delle proprie possibilità, le conseguenze nefaste di una campagna di rafforzamento al di sotto delle attese (quanto volte Sarri ha ripetuto: ho chiesto a, b, c e mi hanno preso x, y, z?), oppure banalmente la sottovalutazione del calo fisiologico di Ciro e della perdita di Sergio. Ancora: boh (invidio ferocemente quelli che sanno rispondersi, con o senza ostentare sicumera).
Ho dunque sperato che l’arrivo di un nuovo tecnico potesse aiutarci ad aprire le porte e immettere una ventata d’ossigeno. E così è stato al principio: la partita di campionato con la Juventus ci aveva fatto ben sperare: atteggiamento aggressivo, capacità di riempire l’area avversaria con molti giocatori e soprattutto i tre punti, tutto sommato meritati. Poi però è arrivata la scoppola di Coppa Italia e soprattutto questa sconfitta orrenda, non tanto per il risultato, che pure in un derby conta sempre, ma perché ha messo in mostra una squadra spaesata, indecisa e tutto, e incapace di ordire decenti trame di gioco.
E allora ci si interroga, sulla effettiva valentia del nuovo allenatore, ingaggiato perché a quanto pare capace di maneggiare agevolmente sia la carota che il bastone: e fino a qui tutto bene, come diceva quell’altro… Ma basta, un’applicazione tattica feroce e ordinata? Oggi si è visto che non basta: la Lazio è sembrata una squadra involuta e incapace di recitare altro copione che non fosse quello di sfruttare la superiorità numerica data da un centrocampo fittissimo, che le consente effettivamente di riempire la trequarti con una certa dedizione. Tutto ciò però non ha prodotto uno straccio di tiro in porta, portandoci in sorte al contrario certe nefandezze tecniche come il tiraccio di Castellanos che si è smorzato tristemente in fallo laterale, o quasi…
Ora, crocefiggere Tudor dopo appena tre partite sarebbe ingeneroso e disonesto intellettualmente, almeno quanto quelli che brandiscono rabbiosamente la vedovanza sarriana del senno di poi; però qualcosa si dovrà pur dirla: vedere un centrocampo popolato di soli incontristi, privandosi contemporaneamente di Cataldi e Luis Alberto (senza contare il rientrante Rovella) è sembrato un azzardo poco comprensibile. Infatti l’azione la dovevano costruire due mediani come Vecino e Guendouzi che fanno, farebbero, per l’appunto, un altro lavoro. Poi: va bene la stima per Ciro, ma vederlo giocare in queste condizioni mette malinconia… Ormai, alla sua età, ci si deve arrendere a considerarlo un rincalzo nobile, da usare à la manière de Altafini. Infine Felipe Anderson: è vero sa fare tutto, ma costringerlo a esiliarsi sulla fascia sinistra a tutto campo sembra davvero l’extrema ratio oltre che un atto di sadismo (nei suoi confronti e nei nostri…).
Lo si scrive perché Tudor, a quanto pare, sarà il nostro allenatore dei prossimi 15 mesi, almeno; e quanto visto stasera è poco incoraggiante. Inspiegabile la rinuncia all’unico play in rosa, come Cataldi, che infatti nella prima partita contro la Juve era stato capace di far girare la palla e dettare i tempi di gioco. Per non parlare delle sostituzioni: fino a quel punto Isaksen era stato, seppur confusamente, uno dei pochi n grado di vivacizzare il gioco d’attacco, per dirne una.
Ovviamente la speranza è che questi errori (si fatica davvero a non considerarli tali) siano la conseguenza di una preparazione compressa in pochissimi giorni, e di una partenza shocking che ha messo in fila la doppia sfida con la Juve (che è pur sempre la Juve) e il derby…
Vedremo. Ora c’è tutto il tempo per programmare: purtroppo sin da questo finale di stagione, che ci propone una difficile corsa alla Europa League (ma forse ci dovremo accontentare della Conference) e un miracoloso tentativo di rimonta nella semifinale di Coppa Italia. Poi sarà mercato e preparazione, come Tudor comanda. E si vedrà, lì “si parrà la sua nobilitate”… E si capirà se saremo stati noi ad essere stati troppo allarmisti oppure no.
La speranza è che sia così: saremmo lietissimi di fare un altro autodafé

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Fabrix
Fabrix
22 giorni fa

Lazio anno zero, con quali denari e quale strategia. Scrivere che sono deluso è dir poco. Prox anno senza coppe, meno introiti tv e con una serie di giocatori che frutteranno poco sul mercato o che se ne andranno sbattendo la porta. Per la terza volta nell’era Lotirchio ripartiamo da una dimensione da provinciale. Zaccagni e Provedel (spero di sbagliarmi) verranno sacrificati per fare cassa. Senza coppe non credo che Rovella verrà riscattato. Cmq comprendo che la società, con le sue non scelte o scelte errate, è responsabile di tutto sto casino, ma le armi per fare pressione sono poche. Tutti coloro che scrivono su questo sito sono genuinamente arrabbiati, ma mi sembra che siamo come quei cani che abbaiano alla luna. SFL

ANTONIO
ANTONIO
21 giorni fa
Reply to  Fabrix

Vero Fabrix è così. Abbiamo alla luna, e la luna continua la sua orbita incurante. Non c’è possibilità alcuna che le cose cambino. Questo è uno sfogatoio. Lo sappiamo, purtroppo. L’anno prossimo sarà una ripartenza senza ambizioni. Ma il giochino è utile a chi sai e poi, sotto sotto, meno impegni meno investimenti meno spese meno visibilità. Più tranquillità…….

Val
Val
20 giorni fa
Reply to  Fabrix

I nodi prima o poi vengono al pettine. C’è un motivo se Sarri nelle varie sessioni di calciomercato ha dato dei consigli ed alle volte anche indicato dei nomi (talvolta anche diverse scelte per lo stesso ruolo da sistemare).

Abbiamo giocato più di una stagione con Immobile che non fermava mai, alla fine il conto dal punto di vista fisico lo si paga. Ci si è dovuti inventare Felipe Anderson falso nueve non avendo un centravanti di riserva.

Sulle corsie laterali c’erano quinti di centrocampo adattati a terzini, incapaci di fare la fase difensiva. Anche per loro gli anni passano.

Felipe Anderson ha fatto tre stagioni giocandole tutte.

Al terzo anno di Sarri finalmente si è preso un Rovella per fare il playmaker, quel ruolo lo si sarebbe potuto anche coprire con Ricci dall’Empoli il primo anno di Sarri, pagandolo molto poco.

L’elenco è lungo, così come l’elenco dei giocatori scommessa presi dal duo Tare/Lotito che si sono rivelati scarsoni.

L’unica nota positiva è che quantomeno ora non finanziamo più con la Lazio la Salernitana, però gira voce una nuova doppia proprietà potrebbe avvenire da parte di Lotito.

Val
Val
22 giorni fa

Non si è capito bene. Un’analisi fatta di “boh”?

Tudor stasera ha sbagliato completamente approccio al derby, è palese ed evidente.

Ha avuto la presunzione di non volersi affidare a chi ha esperienza di derby, ha fatto scelte sbagliate sia nei titolari sia nei cambi (cosa quest’ultima che spesso sbagliava anche a Verona nella sua migliore stagione).

È abbastanza semplice da vedere.

Cosi come è abbastanza semplice vedere che non ci sia alcuna organizzazione di gioco (ancora).

Cambiare allenatore ci può anche stare, è la schizofrenia di prendere allenatori con filosofie di gioco completamente differenti ad ogni cambio tenendo lo stesso tipo di giocatori che non può portare ai risultati immediati che si auspicano.

In questo senso probabilmente sarebbe stato molto più salutare tenere Martuscello in panchina per chiudere la stagione, e puntare poi su un allenatore che pratichi un gioco in linea con come si stava delineando l’organico.

Però qualcuno nell’ambiente ha pensato che con il cambio di allenatore si sarebbe vinta la Coppa Italia e raggiunta la zona qualificazione coppe europee in classifica.

Ebbene è abbastanza evidente entrambe le cose non si realizzeranno: si è perso male con la Juve la gara di andata in Coppa Italia, si è perso il derby che si è giocato in condizioni di classifica con una diretta avversaria per l’Europa.

Però in panchina siede una persona che usa la giacca e non la tuta.

Ben inteso: Tudor probabilmente farà bene in futuro, si troverà esattamente le stesse difficoltà che hanno incontrato i suoi predecessori a livello di richieste di mercato, forse potrebbe raggiungere anche lui il momento del fatidico punto di svolta per poi vedere tutto vanificato dal solito reset societario.

Spartito già visto nel corso di 20 anni più e più volte.

Di nuovo si criticherà l’allenatore etc. ignorando l’elefante nella stanza, ossia che la proprietà della Lazio non abbia le capacità economiche per mantenere la squadra a certi livelli, manca di organizzazione anche per poter aumentare eventualmente le entrate (si gioca la Champions senza sponsor sulla maglia ad esempio), non ha un vivaio da cui attingere sia per la prima squadra che per fare trading di giocatori sul mercato.

Val
Val
22 giorni fa
Reply to  Val

Ah il mercato “come Tudor comanda” credo sia una battuta molto simpatica, basterebbe farsi una chiacchierata con Delio Rossi al riguardo.

Ruggero
Ruggero
22 giorni fa
Reply to  Val

Ancora,basta se continuate a porta i sordi a Lotito sempre questo sarà,fate come volete pensate al mercato dell’anno prossimo,Ve piace favve pia x c u lo o

Marco
Marco
22 giorni fa
Reply to  Val

Bravo Val, Quando i tifosi laziali capiranno o sopratutto quando tutti i bravi giornalisti tireranno fuori il coraggio e scriveranno che il problema non è Tudor,Sarri o Inzaghi ma Claudio Lotito e che il suo tempo e’ scaduto vivremo nell anonimato e in questo Purgatorio in cui ogni giorno è uguale al precedente e ogni volta passa lo stesso film. I popoli il destino se lo scelgono con l’inerzia o agendo! Sta al laziale sceglierselo. Continuare altri 20 anni così con poi la presidenza Enrichetto o iniziare a boicottare gli abbonamenti allo stadio e a disdire le pay ti con causale” causa Claudio Lotito proprietario SSLazio”….e vediamo se succede qualcosa.

ANTONIO
ANTONIO
22 giorni fa
Reply to  Val

Val tutti noi abbiamo ben chiaro di chi è la responsabilità. Il vero elefante nella stanza sono quelle migliaia di persone che supportano il gestore in cambio di promesse mai mantenute, per interessi di gruppo (vedi curva nord), per interessi politici, per interessi professionali (scriventi), per retorica da regime (vedi celebrazioni, ricorrenze e parate). Fin quando saremo noi quattro gatti a opporsi non cambierà nulla.

Marco
Marco
22 giorni fa
Reply to  ANTONIO

Ma sai Antonio io penso che la maggioranza del popolo laziale la pensi come noi, il problema e’ che non abbiamo la capacità di organizzare politiche contro sto gestore. Dovrebbe muoversi la Curva a nord e noi andarle dietro, ma ormai questa mi sembra più una curva dedita alle coreografie che al bene della Lazio.

Roberto
Roberto
22 giorni fa
Reply to  Marco

La Curva si è venduta per trenta denari, come hanno fatto i giornalisti

Val
Val
22 giorni fa
Reply to  ANTONIO

L’elefante nella stanza é una metafora abbastanza chiara ed é diretta a chi nel mondo della comunicazione parla della Lazio come fosse una società come le altre, e dove quindi il cambio di allenatore avvenga per problemi “tecnici”, quando abbiamo visto in questi anni ciò avvenga per problemi economici e proprio in concomitanza di un momento in cui si può fare il salto di qualità.

Noi tifosi facciamo i tifosi, e basta a stare a li a fare i conti come commercialisti.

Il presidente ha detto la scorsa estate di aver fatto lui il mercato?

Ebbene il problema di quest’anno è l’attacco, ha comprato due attaccanti che non segnano.

È abbastanza chiaro.

Gli attaccanti che segnano costano troppo secondo lui? Allora non facesse lui il mercato perché non è in grado, visto che altre squadre che hanno speso le sue stesse cifre hanno saputo individuarne.

Invece io ho sentito da parte della comunicazione cose assurde sull’allenatore.

Last edited 22 giorni fa by Val

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