Gianluca Grassadonia, allenatore della Lazio Women, è intervenuto ai microfoni di LSC per commentare l’importantissima vittoria, appena ottenuta, per 3-2 contro il Cesena.
Ecco le sue dichiarazioni: “Innanzitutto complimenti alla mia squadra perché questa era una partita sentita e tanto importante. E’ stata una partita dai due volti e noi dobbiamo essere bravi a riproporre in campo quello che facciamo in settimana. A volte ci perdiamo anche se l’impostazione della gara è stata quella. Dobbiamo rivedere i due gol subiti, soprattutto il secondo. Però tanti complimenti alle nostre perché nel secondo tempo non c’è stata partita contro una buona squadra che sta facendo un buon campionato. Grande prestazione, ma ancora molti gol non portati a casa. La sosta arriva al momento giusto, sono abbastanza fatalista e se arriva è perché c’era. Vittoria importante, il campionato è lungo. Dobbiamo far tesoro di questa partita e loro devono capire che sono brave, hanno acquistato temperamento e personalità. Le partite sono da vincere sempre. Eriksen l’ho spostata in difesa nel secondo tempo perché Pittaccio era stata ammonita e non potevamo rischiare. Eriksen è tanto intelligente e può fare tutto, ha letture importanti. Avevamo bisogno di liberare spazi, chi è entrato ha dato la scossa per consolidare la vittoria. Se abbiamo una rosa profonda, va dato merito alla società che non si è tirata indietro neanche a gennaio credendo nel progetto e nella serietà di queste ragazze. Non ci siamo nascosti per l’obiettivo finale, che non è stato ancora raggiunto. Dobbiamo capire che le partite vanno giocate perché la squadra ha grande qualità. Faccio gli auguri ai nostri tifosi che seguono la nostra Lazio”.
Il tecnico biancoceleste ha parlato anche ai microfoni di Be.Pi Tv: “E’ stata una partita dai due volti. Affrontavamo una squadra tanto importante perché il Cesena sta facendo un ottimo campionato. Nel primo tempo abbiamo sofferto, siamo passati due volte in svantaggio e l’abbiamo recuperata: questo è segno di una grande mentalità della mia squadra. Però penso che, nel secondo tempo, abbiamo avuto talmente tante occasioni per fare gol e il Cesena non ha mai passato la metà campo che abbiamo meritato. Certamente abbiamo rivisto qualcosa negli spogliatoi, soprattutto dal punto di vista mentale, perché la squadra deve rendersi conto che, per vincere le partite, deve giocarle e riproporre in campo quello che facciamo in settimana perché ha qualità. All’inizio, come in altre occasioni, abbiamo sbagliato un po’ l’approccio, siamo entrati in campo un po’ timidamente e siamo mancati dal punto di vista dell’intensità e dell’aggressività. Eriksen ci aiuta sempre a uscire puliti dal campo con le sue geometrie e la sua fisicità. Però ripeto: la mia squadra ha bisogno ogni tanto di essere richiamata, anche con forza, per tirare fuori quello che ha tra le proprie corde. Per quanto riguarda me e il mio staff, noi puntiamo sempre sul gruppo e mai sulle singole individualità. Non è un lavoro facile, ma puntiamo sulla meritocrazia: gioca chi sta meglio. Questo ci ha giovato molto, soprattutto dal punto di vista mentale. La nostra squadra lavora tantissimo e con grande applicazione. Abbiamo anche una società che non ci fa mancare nulla. A gennaio ci ha portato in squadra Adami e Hovmark. La fiducia va conquistata in allenamento, ma non ci siamo mai nascosti che il nostro obiettivo è vincere il campionato, anche se è ancora molto lungo. E’ innegabile che siamo messi bene ora e saremmo ipocriti se dicessimo il contrario, ma questo campionato non finisce mai e abbiamo ancora tanti scontri diretti. Da martedì si ricomincerà forte a lavorare. Con la sosta cercheremo di integrare qualcosa dal punto di vista tattico e di migliorare, ma cercando di mantenere la barra dritta. Ora abbiamo il coltello dalla parte del manico perché questa è una vittoria pesante, anche per chi deve giocare domani non sarà facile ripartire a livello mentale. Però ci squadre con organici importanti quanto il nostro, magari anche superiori al nostro. Perciò da martedì dobbiamo riprendere il nostro cammino, che è ancora tanto lungo”.
