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Impressioni Accardo: l’elogio della follia di una vittoria fondamentale

Torna l'appuntamento con la nuova rubrica, le impressioni Accardo

Il Feyenoord è una squadra blasonata, è la squadra di Rotterdam, città olandese che diede i natali al filosofo e teologo Erasmo, noto per aver dato alle stampe il saggio Elogio della follia. Tutto questo per dire che un pizzico di follia era necessaria stasera per superare indenni questo fondamentale quarto incontro di Champions League.
La follia nasce anzitutto da un dato impietoso, che stupisce e spariglia: la compagine olandese ha tenuto quasi sempre in mano il boccino, lasciando ai romani appena il 38%del possesso palla. Un vero paradosso, se si pensa che Sarri è noto per essere un allenatore “giochista”, ovvero un tecnico che ama menare le danze, conducendo il gioco. Così non è, già da un po’. Si assiste infatti anche stasera a un pressing asfissiante a tutto campo, che inizia dalla trequarti avversaria, con marcature quasi uomo su uomo (altra eresia per uno zonista come il Comandante). Pressing che, va da sé, se non viene effettuato da tutta la squadra coi giusti sincronismi rischia di essere controproducente. Capita così che dopo un buon possesso di palla della Nostra, il Feyenoord prenda via via campo, finendo per invertire l’inerzia della gara, costringendo Provedel ad un mezzo miracolo.
Poi però entra in gioco la follia cantata da Erasmo, e Ciro il grande, servito al bacio di Felipe Anderson, scatta sul filo del fuorigioco dopo il suo tipico movimento a mezzaluna, e batte il portiere avversario da posizione defilatissima. Il duecentesimo gol colla maglia biancoceleste, che vale tanto anche a prescindere dal risultato di stasera. Follia che il pensatore olandese descrive come “come portatrice di allegria e spensieratezza”, e sovvertitrice della saggezza che scompagina in questo caso piani tattici e percentuali. Quella variabile indipendente che costituisce la magia di un gioco che se fosse frutto solo di schemi e trame concepite a tavolino, sarebbe molto più banale e insipido.
Poi sarà ancora predominio territoriale degli olandesi di Rotterdam, che hanno tenuto palla per quasi tutta la ripresa, con un possesso però tutto sommato sterile. Ma per fortuna senza alcun guizzo sovvertitore, senza alcun lampo di follia. Ed è stata vittoria.
Una vittoria ancora una volta bruttina (non è la prima volta quest’anno), ma necessaria; perché viene dopo la sconfitta di Bologna, perché viene dopo la pessima sconfitta della partita d’andata, e perché viene nella settimana del Derby. Una vittoria che deve essere capitalizzata soprattutto psicologicamente, perché in questa stagione già troppi passi falsi sono stati commessi e molti punti sono stati lasciati per strada.
C’è bisogno di ripartire, adesso; senz’altro indugio. Con la Follia di Erasmo e magari con qualche punto percentuale di possesso palla in più in più. Anche se la prossima è una partita diversa da tutte le altre, dove andrebbe benissimo anche concedere l’80% di possesso, purché si faccia risultato.

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