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Impressioni Accardo: Bentornata Lazio!

Settimo appuntamento della nuova rubrica, che esalta la vittoria della Lazio contro l'Atalanta all'Olimpico

Dopo il gol a tempo quasi scaduto al Celtic Park qualcuno lo aveva detto: può essere il punto di svolta della stagione. Ancora non sappiamo dire se sia davvero così, però un primo tempo come quello di oggi non si vedeva dall’anno scorso. In particolare la prima mezzora è stata da lustrarsi gli occhi: due gol, un miracolo di Musso su tiro di Casale da tre metri e una traversa di Guendouzi.
Tutto ciò contro una squadra forte come l’Atalanta, già proiettata nelle zone alte della classifica dietro alle milanesi. All’ottavo anno di gestione Gasp, la Dea ha un gioco rodatissimo basato sulle sovrapposizioni sulle fasce dei “quinti” che anche oggi sono state micidiali, e che per poco non ci hanno costretto all’ennesima delusione di una stagione ancora acerba ma già problematica.
Invece no, a occhio e croce qualcosa è cambiato dopo Glasgow, altrimenti una partita così non l’avremmo vinta. La paura di cadere che, come accaduto troppo spesso quest’anno, ci ha paralizzato le gambe e annebbiato la testa, alla fine ha lasciato il posto alla voglia di volare. E in definitiva più che in virtù delle trame “giochiste” di Sarri ci siamo riusciti grazie alla postura volitiva dei singoli, con una zampata di uno degli alfieri del comandante, quel Matias Vecino che si sta rivelando sempre più decisivo. Non avrà la classe cristallina di Milinkovic-Savic, però la sua stazza imponente e la foga agonistica anche oggi ci hanno permesso di venire a capo di una gara che a quel punto sembrava davvero destinata al pareggio.
Menzione speciale per il Taty Castellanos che oltre a segnare il 2-0 con un movimento perfetto da vero centravanti di rapina, ha fornito l’assist di testa per la rete definitiva. Ma più in generale il centravanti argentino si è fatto apprezzare per il suo gioco di sponda e per la presenza fisica con la quale ha fatto reparto da solo.
Ottima anche la prestazione di Rovella, che ha fatto un filtro spaventoso davanti alla difesa con una grinta e una applicazione tattica che hanno ricordato il miglior Leiva, declinando in maniera muscolare e tatticamente ineccepibile il ruolo di play. Ciò nondimeno la difesa è apparsa purtroppo ancora troppo perforabile, in un modo così eclatante che si stenta a credere che sia composta dagli stessi uomini che nello scorso campionato ci permisero di arrivare secondi.
Dopo i tre punti di stasera, però, davvero viene voglia di pensare solo al lato positivo: seconda vittoria consecutiva, un carattere finalmente decisivo, il sensibile miglioramento dei nuovi acquisti e soprattutto la prima mezzora sarriana Docg. Tre punti che ci sollevano dal possibile baratro e ci proiettano in una parte di classifica più consona alle attese, consapevoli che con ogni probabilità il peggio è passato.
Bentornata Lazio, continua così.

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Fabrix
Fabrix
6 mesi fa

Ciao Alessio, si sostanzialmente sono d’accordo con te. La panchina lunga consente, con il passare del tempo e con il rodaggio dei nuovi, a capovolgere le partite: se entra pedro al posto di Zac o Kamada al posto di Guendozi la musica cambia, eccome. Hai la stessa tecnica unita alla freschezza. Scritto questo tuttavia dal 25′ la ns spinta si è esaurita e abbiamo consentito all’Atalanta di pareggiare. La difesa dorme: non mi sono piaciuti nè Maruŝić ne Hjsay. Ultima cosa: speriamo Immobile possa recuperare presto poichè le sirene arabe hanno cominciato il loro richiamo (milionario) suadente.

Aquila 68
Aquila 68
6 mesi fa
Reply to  Fabrix

Caro Fabrix la difesa è scarsa. Lo scorso anno ce lo dobbiamo scordare. Marcare a zona gente come Leao, Koopmainers, Chiesa ecc con Hysaj, Marusic, Pellegrini è un suicidio. E il centrocampo a tre richiede oltre a senso tattico molta ma molta garra. Lazzari è l’unico veloce ma è alto come un fantino. Oggi loro sulle palle alte facevano quello che volevano. E non hanno certo Haaland o Santillana al centro. Urge intervenire sul mercato e prendere due terzini degni di questo nome.

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