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Impressioni Accardo: buona la sesta. Bentornato sarrismo!

Quinto appuntamento della nuova rubrica, incentrata questa volta sulla vittoria scaccia crisi della Lazio all'Olimpico contro il Torino

È il 74° della ripresa, di una partita brutta, sporca e cattiva. Felipe Anderson si sbraccia, vuole la palla che un compagno sta rimettendo in gioco dal fallo laterale, sulla trequarti. Contemporaneamente Zaccagni finge di venirgli incontro e però si infila in area, riceve la palla, quindi si invola tra terzino e portiere, come solo lui sa fare. Quindi accarezza un interno destro che si va a insaccare docilmente in fondo alla rete. È una tipica giocata provata e riprovata, è il marchio di fabbrica di Maurizio Sarri. Il ritorno del sarrismo, diciamo, con la tovaglia sulle mani il resto non si può dire.
D’altra parte anche lo scorso anno, prima di realizzare un filotto di gare superbe che a fine stagione ci portarono a raggiungere un insperato secondo posto, si era faticato non poco. E anche l’anno scorso era stata buona la sesta, dopo cinque gare in cui si erano collezionati appena otto punti. E allora, siccome la Lazio vista finora è stata troppo brutta per essere vera, lasciateci attaccare alla cabala, perché questa benedetta stagione 2023-24 possa finalmente avere inizio.
Che sia stato un problema di condizione fisica, di inserimento dei nuovi, o di braccetto corto da ansia da prestazione; fino a stasera la Lazio di Sarri tutto pareva fuorché la Lazio di Sarri: involuta, bloccata, sterile. Auguriamoci quindi che questa vittoria, figlia della tigna prima che della tattica, segni l’inizio di un viatico sarrianamente corretto.
Si parla di tigna, perché fino all’1-0 segnato grazie anche a un’autorete della difesa granata, la biancoceleste era ancora parsa prigioniera della paura di sbagliare, benissimo contenuta dalla marcatura a uomo della squadra di Juric, che chiedeva ai sui calciatori di seguire l’avversario di riferimento fino alla fine del mondo. Erano anzi i torinisti i soli a spingersi pericolosamente dalle parti del portiere avversario. Poi però la fortuna finalmente gira, dopo tre pali stagionali di Ciro, arriva finalmente un pizzico di buona sorte: deviazione galeotta su tocco di Vecino e inerzia della gara rovesciata copernicanamente. Occhio però che la giocata è tutta made in Sarri, e premia le scelte di formazione: il cross è di un Lazzari insolitamente misurato e preciso, e la zampata dell’interno uruguagio messo in campo proprio per sfruttare le sue doti di incursore, à la manière de Sergio. Azzeccata anche la scelta di inserire Rovella davanti alla difesa, che senza strafare ha dimostrato di poter essere il play che il tecnico toscano va da tempo cercando, imponendosi alla distanza in misura dell’allentamento delle marcature da parte dei granata. Si è poi rivista la difesa solida dell’anno passato, con la coppia Romagnoli-Casale finalmente convincente e ben assistita dai due terzini.
Menzione speciale per Castellanos, finora vero e proprio oggetto misterioso della campagna d’agosto. Entrato sul finire di gara per dare fiato a Immobile, si è fatto subito apprezzare per applicazione e “garra charrua”, con un pizzico di malizia che ha mandato il pubblico in visibilio. Se poi fosse entrata la sforbiciata su cross di un Isaksen, pure lui molto più in palla, avrebbe buttato giù lo stadio.
È ancora presto per dirlo, insomma, ma a occhio e croce ci pare di poter dire che il sarrismo è ancora vivo e lotta insieme a noi. Lo scopriremo presto del resto, San Siro è lì a un passo, dietro l’angolo.

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Aquila 68
Aquila 68
7 mesi fa

Siamo sempre i soliti a Roma. Su questa pagina web non più di due giorni fa si parlava di lotta per non retrocedere, ora toni entusiastici perfino fuori luogo ( su altro sito si definisce addirittura ” sublime” la normalissima prova di Rovella). Questa squadra fa una fatica bestiale non soltanto a concretizzare ma anche solo a tirare in porta. Primo tempo osceno, partita indirizzata da un episodio, la mentalità da ‘primo non prenderle’ di Juric ha fatto il resto. Dobbiamo vivere alla giornata, ci attendono partite ad alto tasso di difficoltà.

Fabrix
Fabrix
7 mesi fa

Hasta la Victoria siempre! Vediamo, perche’ il primo tempo e’ stato sulla riga delle 4 sconfitte precedenti. Vediamo. Nel secondo tempo il torino non e’ esistito perche’ abbiamo cominciato a giocare e i nuovi mi sono sembrati in palla. A mio modesto avviso, se fosse continuato il tikitaka sterile anche nel secondo tempo, avresti rimediato un gollazzo mortifero.
Lazzari dovrebbe giocare con la concentrazione dimostrata ieri sera.
Vediamo ora di esorcizzare il Diavolo, di demolire i Celti e di rimandare in grotta gli alpini bergamaschi (Cit. da La Grande Guerra)

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