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Lazio, #diamoinumeri: in attacco solo l’Inter ha fatto meglio. E rispetto a un anno fa…

La vittoria contro il Bologna rilancia i biancocelesti. I numeri offensivi della Lazio sono nettamente migliori di quelli di un anno fa.

Di Daniele Caroleo

La Lazio accantona la debacle in Coppa Italia contro il Milan battendo nettamente il Bologna, allo Stadio Olimpico, per 3 a 0.

La squadra di Maurizio Sarri, con questo risultato, ottiene quindi il 4° clean sheet di seguito in Serie A (eguagliato il record del club dal marzo del 2015, con il primato assoluto che resta di Marchegiani nel 1998), sempre con Thomas Strakosha tra i pali, che arriva dunque a 383 minuti (più recuperi vari) di imbattibilità consecutivi. Per l’estremo difensore albanese questa è l’ottava partita stagionale terminata senza subire gol, su 16 presenze complessive.

Le 3 reti biancocelesti sono state siglate da Ciro Immobile, su calcio di rigore, e da Mattia Zaccagni, autore della sua prima doppietta con la maglia della Lazio. L’esterno ex Verona, come sottolineato perfettamente da OPTA, ha già segnato 6 gol in 19 match in questo campionato, superando quindi il suo precedente record di marcature in una singola stagione di Serie A (5 reti nel 2020/21, in 36 gare).

Con il gol contro il Bologna (il 19esimo in Serie A, il 23esimo stagionale) Re Ciro si porta invece a -1 dal record di reti segnate solo in campionato da un singolo calciatore della Lazio, detenuto attualmente da Silvio Piola (a quota 143) ed incrementa ulteriormente il suo primato di gol complessivamente segnati, in tutte le competizioni, con l’aquila sul petto, raggiungendo le 173 marcature. Inoltre, il bomber biancoceleste, grazie al rigore trasformato al 13’ minuto della sfida contro il Bologna, entra di diritto nella Top15 dei più prolifici marcatori della Serie A a girone unico, con 174 gol. Sopra di lui, distanti appena 4 reti, Giampiero Boniperti e Fabio Quagliarella, con quest’ultimo che risulta essere il calciatore più prolifico attualmente in attività, con 178 gol in 520 presenze, mentre Immobile le sue marcature le ha segnate in appena 281 partite.

Con la vittoria ottenuta contro i felsinei, la Lazio di Maurizio Sarri sale intanto a quota 42 punti in campionato, con 52 reti segnate (il secondo attacco più forte della Serie A dopo la capolista Inter, con 55). Rispetto alla stagione passata, con entrambe le squadre già fuori dalla Coppa Italia (alla 25esima giornata dello scorso campionato, l’ultima Lazio di Simone Inzaghi era già stata eliminata ai quarti di finale della Coppa nazionale dall’Atalanta ed era in procinto di uscire dalla competizione europea) la differenza è di appena 2 punti, con la formazione guidata da Sarri nettamente in vantaggio per prolificità offensiva (52 gol attuali contro i 38 dello scorso anno) ed una situazione quasi simile in fase difensiva (39 reti subite in questa stagione, 32 nella scorsa alla medesima giornata).

Menzioni finali di rito per Luis Alberto, autore del suo settimo assist in questa Serie A (lo spagnolo è attualmente al 2° posto nella classifica degli assist-man del campionato, subito dietro a Milinkovic-Savic e a Barella, entrambi a quota 8) e per Stefan Radu, che con il suo ingresso a partita in corso raggiunge i 418 gettoni con la maglia della Lazio, incrementando ulteriormente il suo record di giocatore più presente nella storia del club.

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Val
Val
2 anni fa

Sarà ma per me questo è onanismo da statistiche.

Lo dico senza offesa per l’autore che naturalmente è chiamato a fare questo esercizio; ma credere di poter leggere una squadra di calcio come fosse una di baseball ha veramente poco senso secondo me.

Si prenda i fantomatici “clean sheet”: quando si pareggia 0:0 ad esempio hanno pochissimo senso.

Oppure i gol segnati: quando si pareggia 4:4 oppure si perde 5-3 valgono altrettanto.

Nel calcio i numeri e le statistiche necessitano di essere contestualizzati molto di più rispetto ad altri sport —tipo il baseball come accennavo.

Altro esempio sono i km percorsi o corsi da un calciatore come Luis Alberto: il suo compito non è quello di coprire una fascia e fare il pendolino (seppure anche in quel caso uno può correre 90’ senza strusciarne una o peggio sbagliando tutte quelle che tocca).

Quello che dovrebbe interessare di Luis Alberto è se corre quando riparte palla al piede o con la squadra che esce e se poi arriva lucido a fare assist come ieri o contro il Venezia.

Poi se riconquista anche qualche palla persa (come ha fatto contro la Fiorentina), quello è un valore aggiunto, ma non la base per giudicarlo.

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