Lazio, dopo il rinvio della scorsa settimana questa mattina, al tribunale federale, comincia il processo per il caso dei tamponi
Giornata fondamentale per la Lazio e Claudio Lotito, che questa mattina in videoconferenza si difenderanno dalle accuse della procura di aver violato il protocollo sanitario anti-Covid. Diversi i capi imputati al club: il mancato isolamento di positivi, l’allenamento di Immobile, Strakosha e Leiva il 3 novembre e le mancate comunicazioni alle Asl di riferimento sono quelli più importanti.
La Lazio però non molla, è sicura di essere nel giusto. E davanti il tribunale federale si difenderà allo strenuo con l’avvocato Gentile, che farà forza sui vuoti normativi dell’attuale protocollo della Figc, ancora non approvato dal Coni. I biancocelesti hanno una memoria corposa per ribattere punto su punto agli attacchi della procura. E dalla propria parte hanno il parere di tre professori esperti, dirigenti e direttori di importanti aziende sanitarie, che esprimono una perizia che non condanna il comportamento della Lazio. Che controbatterà anche sulla possibile responsabilità diretta di Lotito, sottolineando come – regolamento societario alla mano – la materia dei tamponi non è compito del presidente ma dei sanitari del club.
Il collegio dovrà esprimersi anche sulla richiesta del Torino di costituirsi come parte ‘ad opponendum’, accanto alla procura per sanzionare la Lazio: difficile che venga accolta questa istanza.
Le richieste della procura sono pesanti: almeno 6 punti di penalizzazione (possono essere di più) e l’inibizione per un anno di Lotito e dei medici biancocelesti coinvolti. Secondo il Corriere dello Sport, una sentenza può arrivare già in giornata.