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L’imponderabile Lazio ante Covid è tornata, ma “Mica…mi sta bene”

Mica...mi sta bene

Nuovo appuntamento con la nostra rubrica diversamente diplomatica. Oggi il tema della puntata è imponderabile, come la Lazio.

di Micaela Monterosso

Imponderabile: in senso figurato, di cose immateriali, fatti, avvenimenti la cui natura ed entità sfugga al controllo e a una precisa determinazione pur producendo effetti sensibili.

Sinonimi: indefinibile, incomprensibile, misterioso, casuale, imprevedibile, accidentale, fortuito.

Contrari: valutabile, calcolabile, determinabile, prevedibile, ponderabile.

Im-pon-de-ra-bi-le.

Aggettivo caro a Lotito, tanto da usarlo per definire qualsiasi evento che ruoti intorno alla Lazio (anche alla Salernitana, al Senato, alla cucina della moglie e via discorrendo), Entra di diritto nel linguaggio comune di molti tifosi biancocelesti. Sembra quasi una supercazzola – a tratti lo è – ma è utile per analizzare la prima giornata di campionato della squadra di Inzaghi.

A Cagliari tirava vento. Questo è quello che i commentatori di Sky hanno ribadito dall’uscita dal tunnel, fino al fischio finale (e stavolta, a Cagliari, è finita veramente). Sembra che la Lazio abbia vinto per merito del vento a favore nel primo tempo. Peccato che nel secondo tempo, con il vento sfavorevole, abbia segnato Ciro.

Quando la Lazio vince, è sempre per merito di fattori imponderabili, secondo Sky. Se la Juve pareggia (male) contro una Roma imbarazzante, Pirlo è l’allenatore dell’anno.

Vabbè, siamo abituati. Menomale che c’è Sinibaldi – il telecronista di Lazio Style Channel – a rincuorarci e a soffrire con noi.

Neppure una parola spesa – invece – per i mille presenti allo stadio. Proprio in questi giorni si discute dell’aumento del numero di tifosi ammessi ad assistere ai match. Ipotesi rimbalzata dal CTS per infattibilità, visto l’indice dei contagi in aumento. Tutto giusto. Se non fosse che i mille di Cagliari erano tutti assiepati nello stesso settore (alcuni con la mascherina sotto al mento a coprire la barba). Dicesi, dunque, assembramento. Cosa cambia, caro CTS, tra questa soluzione e 5, 6, 10 mila spettatori divisi equamente per settori? Chiedo da ignorante, eh?

Nonostante i pronostici (sempre nefasti) della vigilia, la Lazio tiene il pallino del gioco per tutta la gara, concedendo veramente nulla – o quasi – agli uomini di Di Francesco (Eusebio, datti malato la prossima volta, dammi retta) e ricorda, seppur con ancora qualche ruggine qua e là, la squadra a.C. (ante Covid ndr.). Sovvertire i pronostici è una specialità tutta nostra. L’imponderabilità della Lazio è una cosa meravigliosa.

Inzaghi è sempre Inzaghi: urla, si agita, si sbraccia, abbraccia tutti (l’abbraccio con Patric merita una menzione speciale), si prende addirittura la licenza poetica di schierare Parolo centrale difensivo (!!!) e poi, in conferenza stampa, si trincera dietro un: “Rinnovo? Il presidente è molto impegnato…”. Presidente, la prego, si disimpegni e trovi cinque minuti per accontentare ‘sto ragazzo. Il Senato può attendere, io no. Il mancato rinnovo di contratto è imponderabile.

Tornando un attimo sulla scelta di Parolo come centrale di difesa (Marco, tieniti pronto che tra una settimana ti tocca la porta), apparentemente folle per noi profani, nasconde la motivata preoccupazione per l’emergenza difensiva di cui parlavo un paio di rubriche fa. Luiz Felipe non recupererà prima di venti giorni. Hoedt è bloccato dall’indice di liquidità e abbiamo Atalanta e Inter prima della sosta. Ci sarebbe Armini, ma a mio avviso è ancora troppo giovane. Schierarlo in due match così importanti equivale a mandarlo al patibolo rischiando di fare l’effetto Guerrieri a Trapani.

Altro fattore imponderabile ricorrente: la sfiga, ma ne abbiamo già ampiamente discusso.

Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati a marzo con qualche assenza ancora da recuperare, l’ottimo esordio di Escalante e Akpa Akpro (state a vedere che Tare c’aveva ragione pure stavolta) e il ritorno di Marusic. Protagonista della prima sponda a cavolo di cane (Renè Ferretti insegna) della stagione, non mi dà nemmeno il tempo di finire di insultarlo che mi zittisce fornendo a Lazzari l’assist per il vantaggio, ripetendosi addirittura nel secondo tempo, quando consegna a Ciro la palla perfetta da imbucare in rete.

Ribattezzato AdaMessi dai compagni, che Dio lo abbia in gloria per tutta la stagione. Che si sa, il montenegrino è un po’ cagionevole.

Alla vigilia del primo big match della stagione, seppur con i giocatori contati, dopo la prestazione di Cagliari e le ultime rassicurazioni di mercato, c’è poco – pochissimo – spazio per la polemica. Se da un lato è vero che chi ama, fa fatica a nascondere il disappunto per tante – troppe – cose che non vanno come si vorrebbe, è pur vero che la polemica andrebbe strutturata su dati oggettivi, ponderati.

Ci ha pensato Tare a (ri)mettere le cose in chiaro. Vincitore del premio “Manlio Scopigno” come miglior direttore sportivo – che novità – ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa (Igli, ti presto la mia rubrica? In tandem potremmo essere simpatici) e ribadire che le chiacchiere stanno a zero. Sono consapevoli dei ritardi sul mercato – ma non è colpa loro, bensì dell’indice di liquidità – e che le critiche mosse da alcuni giornalisti proprio non gli sono andate giù. Arriveranno Fares, Hoedt, Pereira e chissà che non sbuchi qualcos’altro dal cilindro. I big sono tutti qui tranne Wallace – ce ne faremo una ragione – e Luis Alberto ha rinnovato fino al 2025.

In quel “La squadra ha bisogno di fiducia e di essere sostenuta, soprattutto nei momenti di difficoltà” c’è il senso di tutto. Quello che mi ha fatto scegliere di essere laziale e quello che, romanticamente parlando, mi fa vedere tutto con gli occhietti a cuoricino da ieri pomeriggio. Essere laziali è questo, amore incondizionato, imponderabile, spesso incompreso dai più (adoro le minoranze, da sempre) e occhio critico. Quello che oggi non ho, perdonatemi. Ci voleva Tare a ricordarmelo. Grazie Igli.

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Pietro-contro-Paolo
Pietro-contro-Paolo
3 anni fa

In quell’ “adoro le minoranze da sempre” c’è tutto, Condivido, è questo il privilegio, questa la condanna

Gabriele
Gabriele
3 anni fa

La fiera dell’ovvio…

Micaela
Micaela
3 anni fa
Reply to  Gabriele

Deduco che il soggiorno nel mio cervello non sia stato di tuo gradimento.
Te l’avevo detto di fare la spesa… torna a trovarmi e lasciami le tue recensioni! Ci tengo! Baci

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