Se i sogni e le promesse del mercato si avvereranno si potrà parlare di EspañoLazio. Ma già ora il rendimento è senza precedenti.
Di nascita sarebbero giallorossi. Ma adesso in biancoceleste stanno benissimo, come mai prima nella storia. Tranquilli, nessuna strana commistione con i cugini dell’altra sponda del Tevere. Stiamo parlando degli spagnoli che giocano oggi nella Lazio. I migliori che in 120 anni si siano mai visti con l’aquila sul petto. E se il mercato andrà per il verso giusto potrebbero anche aumentare. In numero e in talento.
Luis Alberto, Patric e Jony più il baby Raul Moro rappresentano oggi il gruppo di stranieri più nutrito della rosa laziale. Il mago non si discute tecnicamente. I numeri del giovane ex canterano promettono più che bene. Gli altri due si stanno ritagliano il loro spazio. E comunque, pur tra alti e bassi, si può certamente dire che abbiano avuto un impatto migliore di tutti i predecessori.
I primi furono Morollón nel ’63 e Peiró nel ’65. Due meteore passate quasi per caso. Aggregate alla squadra solo per disputare qualche match amichevole. Poi niente fino alla fine degli anni ’90 quando arrivò tra mille promesse mai mantenute Ivan De La Peña. Appena 16 presenze in due stagioni (1998/99 e 2001/02) senza mai lasciare il segno, per quello che rimane uno degli acquisti più costosi di sempre. 30 miliardi di lire letteralmente sprecati. Che però sembrano spiccioli in confronto ai 90 versati al Valencia nel 2001 per Gaizka Mendieta, le cui gesta non è il caso di stare a rimembrare per non rovinarsi il Ferragosto.
Dopo di loro hanno giocato con la prima squadra della Capitale Delgado e Oscar Lopez. E anche qui meglio glissare sulle prestazioni, per non vedersi riproporre sullo stomaco il pollo con i peperoni, già di suo particolarmente difficile da digerire. Ma poi si scorre l’ordine cronologico degli acquisti ispanici e allora il Gaviscon diventa assolutamente necessario. Nel 2010 dal Manchester City arriva Javier Garrido.
Arrivati sul fondo però non si può far altro che risalire. Infatti di lì in avanti la tendenza è cambiata parecchio. Si affaccia in prima squadra Tounkara, un buon prospetto, che purtroppo nel passaggio dalle giovanili al calcio dei grandi non ha rispettato le attese. Keità ha scelto il Senegal, dunque non lo contiamo. Ci sarebbero Milinkovic e Caicedo in possesso del passaporto iberico. Ma è un’evidente forzatura inserirli in questa lista. Dunque è toccato ai quattro citati all’inizio riscattare il buon nome delle furie rosse. Se poi Borja Mayoral e, soprattutto, David Silva decideranno di sposare la causa della banda Inzaghi, allora l’anno prossimo si potrebbe parlare di una vera EspañoLazio.