Lazio, il responsabile sanitario del club non è d’accordo con la linea promossa dal CTS: mettere in quarantena l’intera squadra per due settimane in caso di un nuovo caso positivo
Scoppia ancora polemica tra Ivo Pulcini e il CTS, che non avrebbe fatto marcia indietro sull’idea di mandare l’intera squadra in quarantena in caso di nuova positività. Un aspetto che renderebbe difficile portare a termine il campionato.
“Il Cts si prende gli onori, ma dovrebbe prendersi anche gli oneri”, ha dichiarato il responsabile sanitario della Lazio a Radio Kiss Kiss. “Dovrebbe prendere in considerazione la curva epidemiologica e il momento in essere. Gli atleti, dall’art. 42 del decreto Cura Italia, sono parificati ai lavoratori dipendenti e se contagiati vengono parificati agli infortunati. Come medico ho il diritto e la competenza professionale ad esercitare la mia professione e la mia responsabilità. Se decido io, mi assumo la responsabilità, se decidono loro, si assumono loro la responsabilità. Mettere in quarantena 50 persone nel caso ci sia un solo contagio è contro il codice deontologico. Una persona sana deve essere considerata sana e non malata. Mi potrebbero radiare dall’albo dei medici. Farò di tutto per far valere le mie ragioni e non metterò in quarantena un soggetto sano. Se mi impongono una cosa e io mi assumo le responsabilità, no, non ci sto. Io non vedo nessuna difficoltà. Chi sta bene può giocare tranquillamente come prima del Coronavirus. La curva dei contagi è molto scesa ed un’epidemia stagionale che ha un inizio ed una fine”.