Il Leone Acerbi scrive per il quotidiano La Repubblica e racconta i segreti per risalire dopo una brutta battuta di arresto
L’articolo nella sezione sportiva dell’edizione odierna de La Repubblica porta una firma inconsueta, ovvero quella del biancoceleste Francesco Acerbi.
Il difensore della squadra capitolina, giornalista per un giorno, racconta i segreti per risalire e di come non abbia paura della pandemia dopo aver sconfitto il tumore al testicolo.
“Il profumo dell’erba, il suono del pallone, le urla del mister. Quando potrò rivivere queste cose, che adesso mi mancano molto, sarà bellissimo perché significherà che siamo tornati alla vita di sempre. Ma non dobbiamo avere fretta.”
Questo l’incipit col quale Acerbi ha aperto la sua lettera per i lettori del quotidiano romano. Il calcio per quanto importante, spiega il difensore, al momento non è la priorità. Ricominciare a giocare sarebbe un segnale di fiducia per la gente, ma al momento la priorità è uscire da questa emergenza sanitaria.
Il Leone della Lazio chiede ancora rispetto per coloro che stanno combattendo in prima linea per la salute dei cittadini e crede nella beneficienza, nella possibilità di aiutare concretamente chi è in difficoltà. Ma la cosa peggiore, continua il difensore, è l’incertezza di non sapere quando si potrà tornare alla normalità. Incertezza però che secondo il numero 33 della Lazio non si tramuta in paura.
“Sarò incosciente ma il virus non mi fa paura. Penso che nei contatti con le persone si farà molta più attenzione. All’inizio ci saranno rimore, poi piano piano torneremo a comportarci come prima. E sarà un sollievo indescrivibile”.