
In esclusiva ai microfoni di SololaLazio.it è intervenuto l’attore Massimo Ghini, noto tifoso romanista, per parlare con noi del derby della Capitale in programma per domani pomeriggio alle ore 18.
Massimo Ghini ha parlato ai microfoni di SololaLazio.it del derby della Capitale.
Il derby della Capitale è sempre un evento importante per tifosi e città. Si può dire che la Lazio è la favorita?
“Sono in lutto dopo la partita persa a Torino (ride, ndr). Entrambe le tifoserie sanno che la squadra che arriva peggio alla stracittadina, molte volte è quella vince la sfida. Attualmente la Lazio sta facendo molto bene e la carta regala a lei i favori del pronostico. Per la Roma quest’anno è ancor più difficile visto la situazione infortuni. I biancocelesti girano alla perfezione con una rosa molto ristretta, mentre noi da qualche anno brancoliamo nel buio di un progetto tecnico che non c’è. Da tifoso romanista non sono ipocrita e spero che la Roma vinca”.
Cosa teme della Lazio?
“L’altro ieri mi hanno chiesto se dovessi prendere qualcuno chi prenderesti? Ho risposto subito Immobile, anche se è scontato come nome. Però alla Roma manca proprio un attaccante con quelle caratteristiche, un centravanti con l’istinto del goleador. La Lazio giocando si diverte, questa è la chiave di tutto. Parliamo di un gioco che però solo avendo un certo stato emotivo si può far bene. Sono un gruppo unito e si vede”.
Le piace questo calcio moderno?
” Il calcio è diventato un gioco difficile per colpa nostra. Ormai siamo tutti filosofi. Molto spesso sentendo le radio dico: “Il tifoso di cosa sta parlando?”. Su questo lato sono un tifoso di vecchia data, fedele al famoso “5-5-5” (ride, ndr). Adesso davvero il calcio sembra un ragionamento tra imprenditori, amministratori, contabili. Il terzino lo chiamo ancora così, come dico centravanti e non “Falso Nuove”. Noi italiani siamo stati i maestri di questo sport e forse lo siamo ancora. Ricordiamoci che abbiamo vinto una Coppa del Mondo con il motto: palla lunga e pedalare”.
Inzaghi e Fonseca nei loro modi garbati e signorili non hanno mai fatto polemica tra di loro, anzi, molto spesso hanno avuto attestati di stima. Tutto questo quanto aiuta anche l’ambiente ad approcciare in modo più sereno al derby?
“Aiuta tantissimo. Lo scontro armato non porta mai a niente. Non si può avere una concentrazione totale solo sul derby. Mi ricordo bene quando entrambe erano chiamate “Lazietta” e “Rometta”, in quegli anni contava solo la vittoria nella stracittadina. Adesso mi auguro che i biancocelesti e i giallorossi possano competere per traguardi più importanti, non solo a livello nazionale, ma anche europeo”.
Ha qualche aneddoto legato al mondo Lazio?
“Ricordo con molto piacevole, nel periodo della gioventù, i capodanni passati con Agostino Di Bartolomei e Bruno Giordano. Facevamo capodanno insieme. Loro arrivavano dopo gli allenamenti insieme alle fidanzatine, la location era sempre il mare e passavamo la sera sentendo musica dal giradischi. Mi accorgo che parlo dell’ottocento (ride, ndr). Bruno e Agostino hanno rappresentato l’essenza del calcio”.
Le piacerebbe avere nella “sua” Roma un presidente alla Lotito?
“Se i risultati sono come quelli della Lazio sì (ride, ndr). Lotito come Aurelio De Laurentiis si sono costruiti un’immagine, positivi o negativa questo dipende da come ognuno la pensi, che una volta non c’era. Tanti anni fa il presidente era come il preside scolastico lo vedevi una volta ogni tanto solo nelle situazione belle o brutte. Questo attuale è un calcio di protagonisti, dove anche le compagne dei calciatori decidono le sorti di un trasferimento. Noi abbiamo un presidente che vive a Boston e non viene mai. Molte volte ci scordiamo anche il nome del proprietario della Roma. Lotito negli ultimi anni ha fatto un passo indietro è più vicino alla squadra, mettendo la faccia in prima persona sull’andamento positivo o negativo della squadra. Tutto ciò è solo un bene per la Lazio”.
Come vivrà il derby Massimo Ghini?
“Lo vivrò a casa, allo stadio non vado più per una scelta personale, anche se conto di ritornarci quanto prima. Mi manca molto perché andavo con i miei figli e anche con qualche amico che ora non c’è più. Prima o poi ci tornerò, ma non al derby però (ride, ndr).
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