Tony Malco, noto cantautore e tifoso della Lazio, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Repubblica. Ecco le sue dichiarazioni: ““Ho avuto l’intuizione di farlo cantare subito ad alcuni giocatori. Campioni come Giordano, D’Amico e Manfredonia hanno catalizzato l’attenzione dei tifosi, ma anche di tanti appassionati. Il 45giri vendette quasi 50mila copie. Poi nel ‘94 l’ho reinterpretata con Signori, poco dopo i mondiali negli USA. Grazie alla popolarità di Beppe, persino in Giappone ordinarono diverse migliaia di copie del brano, diventato un cult che ha abbracciato tante generazioni. El País in Spagna lo definì ‘el himno más hermoso de Europa'”.
Un successo che fece da contraltare a un periodo non fortunato della storia della Lazio, come gli anni ‘80. Come nacque l’idea?
“Nel 1983 la Lazio era appena tornata in A, mentre la Roma vinse lo scudetto. Il mio amico Antonello Venditti scrisse quella meravigliosa canzone che è Grazie Roma e io mi dissi che anche la Lazio doveva avere una bella canzone. Fu però Chinaglia (all’epoca da poco diventato presidente del club, ndr) a convincermi, in un incontro avvenuto in un locale notturno, a comporre proprio un inno. Era già dentro la mia testa, ma fu lui che mi diede il via. Ad aiutarmi a scrivere l’inciso fu poi Claudio Natili, un mio amico autore. Quando fu pubblicato la gente iniziò a chiamarmi il cantante della Lazio”.
Quale verso vuole dedicare alla Lazio di oggi?
“Direi di prendere una frase simbolica dalla canzone ‘Notti biancazzurre’: Questa sera ti voglio la stella più bella di Roma, un canto celestiale per augurare alla Lazio di essere quello che è”.
