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Lazio, Patric: “Oggi mi sento più forte e più maturo”

Le parole del centrale spagnolo dalla sala stampa del Training Center di Formello

Il difensore della Lazio, Gabarron Patric, è intervenuto in conferenza stampa dal centro sportivo di Formello nella giornata di vigilia del match contro il Bologna, in programma domani sera al Dall’Ara. Queste le sue parole:

Contro il Bologna inizia un mese cruciale, come si affrontano questi impegni così decisivi?

“Ormai il calcio di oggi è così, si gioca sempre e tanto. Bisogna pensare partita dopo partita. Ora dobbiamo pensare solo al Bologna e a ottenere i 3 punti. Loro stanno facendo un’ottimo campionato”.

Questo è il miglior Patric di sempre, sia fisico che mentale?

“Sì sono contento, sono migliorato. Mi piace parlare di più del secondo aspetto. La mente gioca un ruolo fondamentale. A volte, quando siamo giovani, il troppo entusiasmo ci fa commettere degli errori. Oggi mi sento più forte e più maturo”.

Come si affronta il Bologna?

“E’ una squadra molto organizzata e stanno prendendo pochi gol. In attacco hanno giocatori forti, da Orsolini a Zirkzee. Questa squadra da quando ha Motta ha una grande identità e sta facendo delle grandissime cose”.

Inizio difficile per la Lazio anche se adesso si sta riprendendo, cosa è successo?

“Ancora ce lo stiamo chiedendo soprattutto per le prime 2 partite. Anche la sconfitta col Feyenoord ci ha insegnato che non dobbiamo mai calare. L’importante è la prestazione, anche se il risultato a volte non è stato buono. Però si può dire che ci siamo ripresi”.

Crescere nel settore giovanile del Barcellona ti ha reso più facile capire cosa voleva Sarri da te?

“Sicuramente il mio passato a Barcellona, con un’idea simile di calcio, mi ha aiutato. Anche se alla mia crescita ha contribuito pure il mister, con la sua idea di calcio  È una delle ragioni per cui sono voluto rimanere qui quando ero in scadenza”.

Cosa rappresenta per te l’8° Pallone d’Oro di Messi?

“Ho avuto la fortuna di allenarmi con lui tante volte. Non ci sono parole per descriverlo, nessuno si è avvicinato al suo talento in questa decade”.

Quando hai capito che da un giocatore normale potevi diventare un calciatore forte?

“Quando eravamo secondi nella stagione 2019/20, ho vissuto momenti di ansia e depressione a causa del Covid perché sono rimasto chiuso a casa. Però dovevo giocare perché era infortunato Luiz Felipe e non mi sono tirato indietro. Da lì ne sono uscito più forte. Sarebbe stato più semplice mollare, ma questo non l’ho mai fatto”.

Ci puoi dire di quel momento in cui hai guardato la tribuna quando Immobile ha tirato il rigore contro la Fiorentina?

“Io sono molto passionale e non ci ho nemmeno pensato a quello che stavo facendo. Quando mi rivedo mi vergogno anche. Quindi non lo so perché l’ho fatto, ma è stata una reazione spontanea. È stato bellissimo vedere la gente esplodere al momento del gol”.

Cosa provi adesso che ti applaudono?

“Penso che siano meritati ma non mi piace che si parli solo di me. Però mi sento fiero di questo, da bambino sono diventato uomo. Provo tante emozioni per questa maglia e per questa città. Sono fiero, al di là di eventi positivi e negativo. Mi sento un laziale in più e felice di raggiungere certi numeri”.

Perché la Lazio ha ancora determinati blackout in Europa?

“I cali fisici possono capitare visto che giochiamo tante partite, ma sugli approcci a queste gare noi stiamo lavorando per fare in modo che siano sempre quelli giusti”.

Come vedi i nuovi arrivati?

“Li vedo molto bene. Sono arrivati giocatori maturi e con molta esperienza. Ci sta che qualcuno ci metta qualche mese a prendere il ritmo del calcio italiano. Sono ragazzi che, soprattutto, sono sempre concentrati durante gli allenamenti. Piano piano stanno prendendo la mano”.

Sul tuo vero ruolo e sulla Nazionale spagnola cosa puoi dirci?

“Da giovane giocavo anche da mediano e poi mi hanno spostato sull’esterno. Dal nulla, nella Lazio, ci siamo trovati a giocare col 3-5-2 e non mi sentivo per niente un esterno destro. Poi, piano piano, Inzaghi mi ha messo nella difesa a tre e mi sono sentito meglio in quel ruolo”.

Sulla solidità difensiva che ora sembra non esserci?

“Per noi è fondamentale, è stata la cosa più importante dello scorso anno. Dobbiamo ritrovarla e dobbiamo tornare ad essere solidi e organizzati per riuscire a stare lì in alto. Penso che aver giocato tanti anni al Barcellona mi ha aiutato per impostare bene da dietro”.

“Si dice sempre che il calcio spagnolo è molto diverso da quello italiano, ma non è vero. Guardano di meno i calciatori che giocano qui e pensano di più quelli in Spagna”.

 

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