
Il difensore dell’Inter ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport.
Acerbi è tornato a parlare della Lazio e del momento difficile che ha vissuto prima di approdare alla corte dell’Inter e del suo ex allenatore Simone Inzaghi. Le sue parole.
”Sono stato io a voler lasciare la Lazio e non il contrario. Ho ancora due anni di contratto con il club biancoceleste e ho 35 anni, forse qualcosa valgo ancora no? Sarei rimasto alla Lazio a vita e anche Sarri mi ha chiesto di restare, ma avevo già preso la mia decisione. Ho sempre dato tutto per il mister e per la società, senza mai risparmiarmi ma non mi sentivo più adatto al suo credo calcistico. Non ho davvero niente da dire su Sarri, uno che pensa calcio 24 ore su 24, ma io in campo devo divertirmi: anticipare l’uomo, leggere il gioco. Tutte caratteristiche che il tecnico toscano non vede. Con lui o fai quello che dice lui, oppure fai quello che dice lui. Non c’è scelta.
Il gesto dopo il gol contro il Genoa? Venivamo da risultati brutti, il pubblico ci fischiava e quel gesto è nato in modo istintivo. Ho chiesto subito scusa, ma non è bastato. Dopo il mio gesto si è rotto qualcosa. Ho continuato a giocare nel migliore dei mondi, perché questo è il mio carattere. Sono andato dritto per la mia strada nonostante gli insulti dei tifosi. Deluso dalla società? Dovevano proteggermi in pubblico e magari massacrarmi in privato”.
