Critiche al gioco della Lazio e agli atteggiamenti di Sarri su Rivista Undici. Dubbi sulle capacità di trasformare la squadra che fu di Inzaghi.
Nervosismo, comportamenti provocatori e nessuna vera innovazione nel gioco. Queste le critiche rivolte a Sarri in un articolo pubblicato oggi dal sito rivistaundici.com. Nel pezzo vengono posti dubbi sulla reale validità della rivoluzione tattica imposta dal tecnico e lo si accusa di essere incapace di andare oltre le proprie convinzioni.
“Il problema non è il sarrismo, presto invecchiato e superato come tutti gli -ismi che tentano di “fissare” concetti e pratiche in un mondo – quello del pallone, ma non solo – in cui concetti e pratiche cambiano con una velocità senza precedenti. Il problema è Maurizio Sarri e la sua capacità di andare oltre se stesso, oltre la sua portata rivoluzionaria, oltre la sua influenza filosofica”
Più avanti nell’articolo, l’autore pone l’accento sull’ancora troppo evidente – a suo dire – influenza inzaghiana sulla squadra: “L’influenza di Simone Inzaghi su questa squadra, l’impronta lasciata in quegli anni, è ancora evidente in quella tendenza – quasi tensione – al contropiede: metà della migliore partita giocata dalla Lazio in questa stagione, quella vinta per 3-1 in casa contro l’Inter, è stata vinta assecondando, anzi accettando quella tendenza-tensione“. E poi ancora, si parla di una difficoltà nel trasformare Milinkovic in un centrocampista box-to-box e di altri equivoci tattici come quello di “aggiungere al repertorio di Immobile tocchi e linee di movimento da centravanti di manovra“.
Un paragrafo è poi dedicato ai comportamenti lamentosi e nervosi davanti ai microfoni, che spesso – si legge – appaiono retorici e e provinciali. Più che un focus su alcuni aspetti e difetti, il testo sembra quasi voler addurre dei veri capi d’accusa verso l’allenatore della Lazio, reo di non aver ancora affatto convinto, con le proprie idee e i con i fatti, una fetta significativa di osservatori, opinionisti e narratori.
Articolo che sembra scritto da uno pseudo intellettuale che porta il maglioncino a collo alto anche ad Agosto, e nel quale proietta su Sarri parte delle proprie insicurezze ed isterie. Beninteso sicuramente non si tratta di un intellettuale, visto che sta scrivendo di pallone, non certo di una piece teatrale.
Su una cosa l’autore ha sicuramente ragione, ed è il Napoli ereditato da Rafa Benitez.
Su altre due ha parzialmente ragione: sul fatto che Sarri sia riuscito a vincere trofei importanti in carriera mentre allenava squadre ereditate da allenatori la cui filosofia di gioco è pressocchè opposta alla sua, e sul fatto che la Lazio sembrerebbe esprimere il meglio quando “ricade” sulla sua vecchia impostazione Inzaghiana. Ma quest’ultimo è un equivoco in cui cade chi le partite non le vede veramente, e probabilmente ha visto solo gli highlights.
Tra l’altro quello che si auspica l’autore di fatto è accaduto eccome, perché Sarri ha accettato di buon grado alla fine alcune caratteristiche di questa squadra già da Fiorentina-Lazio 0:3 della scorsa stagione in cui scherzando disse la verità: “lancio lungo per Immobile dalla difesa e goal è il Sarrismo 2.0”.
Sui gesti di Sarri tipo il dito medio dell’altro giorno: si è entrato nel nostro cuore e ci farei una coreografia se potessi con quell’immagine. L’autore si andasse a vedere i gesti delle manette, del telefono, fatte dal dirimpettaio, che veramente è un piagnone.
Le critiche di Sarri al calendario eccessivamente frenetico sono legittime e lo stiamo vedendo con tutte le squadre, anche quelle ben più attrezzate della Lazio. E sempre su questo fronte si guardi alla trasformazione di alcuni giocatori —su tutti Patric— avvenuta nella Lazio quando il tecnico ha avuto modo di poter allenare la squadra sul campo con maggiore continuità e tranquillità.