Da tempo si discute degli stadi di proprietà di Roma e Lazio. I cittadini però preferirebbero utilizzare le strutture già esistenti.
Si torna a parlare di stadi a Roma. Lo fa Repubblica oggi, riportando i risultati di un sondaggio tra i cittadini della Capitale che preferirebbero una rigenerazione delle strutture già esistenti, invece di nuove edificazioni. La divisione preferita dai tifosi è ben nota: l’Olimpico (che però è di proprietà del CONI, ndr) per i giallorossi, il Flaminio per i biancocelesti.
Negli ultimi 10 anni l’iter che Pallotta ha portato avanti per la nuova casa dei Lupi, in zona Tor di Valle, ha trovato diversi ostacoli. Ora i Friedkin ci vogliono riprovare a Pietralata, ma anche in questo caso non smbrano mancare gli intoppi. Il progetto della Lazio invece è rimasto sempre solo su carta. C’è stato qualche recente movimento durante l’ultimo periodo elettorale in città sempre intorno all’impianto storico di viale Tiziano, ormai ridotto a un rudere, ma poi più nulla. Da parte del comune sembra esserci apertura verso progetti di riqualificazione urbana, ma al momento all’orizzonte non c’è molto di concreto. Le due squadre dovranno quindi continuare a dividersi lo stesso stadio ancora per un bel po’.
Il Flaminio presenta delle difficoltà enormi per essere riqualificato come uno stadio moderno per il calcio.
A partire dai vincoli architettonici, essendo un’opera abbastanza esemplificativa dell’architetto Nervi (come fare ad esempio una copertura senza cambiare volto all’edificio?), arrivando a problematiche legate ad eventuali scavi che potrebbero insorgere visto che al di sotto ci sarebbe una necropoli etrusca, passando per parcheggi e zona prefiltraggio da realizzare nelle adiacenze.
Dubito fortemente qualsivoglia privato si vada ad infilare in un ginepraio simile a meno che non vi sia anche un intervento economico sostanziale di supporto da parte del Comune o dello Stato, per intenderci sulla falsariga di quanto avvenuto per ricostruire il Viadotto Morandi a Genova.