Il tifoso della Lazio non è assente, come qualcuno sostiene, e non è neanche sparito, come qualcuno vorrebbe, ma semplicemente non si sente più apprezzato.

I prezzi dei tagliandi per Lazio-Milan, in programma il 24 aprile, sono l’ultima trovata errata da parte della società. Ok il big match, più per il Milan che per i biancocelesti, dopo l’ultimo turno di campionato, ok la partita di cartello, ma chiedere 40 euro per una Curva, dove si vede un’azione su tre, è semplicemente fuori luogo.

Fuori luogo per tutti quei tifosi che non lasciano sola la squadra è che ha speso mediamente, fino ad ora, per assistere alle gare nel settore “cuore” del tifo biancoceleste circa 500 euro, cifra con la quale, negli anni passati, si poteva acquistare un abbonamento in Monte Mario.

La società, più volte, ha portato la politica dei prezzi popolari in molte partite, come Lazio-Torino, avendo una buona risposta dal popolo laziale, ma basta solo questo per far tornare al tifoso la voglia di Lazio? No.

Il tifoso biancoceleste deve tornare ad essere il fulcro del pensiero della società Lazio, non l’ultimo argomento rimasto sulla lista. Con l’arrivo di Binance, sponsor, qualche iniziativa è stata fatta, peccato, però, per la scarsa risonanza mediatica della Lazio alle medesime iniziative, e finite nel dimenticatoio o tra le fortune dei pochi tifosi sempre informati sulle vicende di casa Lazio.

La società ha la fortuna di poter contare su un centro sportivo che è il fiore all’occhiello della Lazio: un biglietto da visita importante che ha stregato i calciatori e molti addetti ai lavori. La domanda, a questo punto sorge spontanea, è: “Perché non organizzare delle visite guidate, su prenotazione, a gruppi di un certo numero di persone, magari anche il lunedì, giorno dove i calciatori non sono presenti nel centro sportivo, ora che la situazione relativa al Covid sta tornando alla normalità?”. È davvero più importante ospitare a Formello una persona delle Istituzioni, piuttosto che cinquanta tifosi?

Il calcio sta cambiando: l’era dei social ha avvicinato molto le squadre ai tifosi, grazie alle politiche di sviluppo del marketing, dei social e di attività parallele che fanno vivere al tifoso la propria squadra 24 ore al giorno. Perché la Lazio non lo fa? Per incapacità o per mancata intraprendenza e spirito di iniziativa? Sicuramente per la seconda.

La Lazio c’è, i suoi tifosi anche, ma il motto della società: “Bisogna cambiare tutto affinché nulla cambi” non può più andare di moda: serve una scossa, una scintilla, che solo la società può dare, e non solo in ottica costruzione squadra per la prossima stagione, per far tornare quell’entusiasmo, che giorno dopo giorno va scemando.

Tutto è ancora alla portata, niente è perduto, ma senza reazione c’è demolizione. La Lazio, il presidente Lotito, e i suoi tifosi non possono permettersi tutto questo. Cercare l’incasso al botteghino, con i tifosi del Milan, e non premiare il “tuo” popolo è figlio di un calcio passato, anzi di una vita passata che non esiste più.

La Lazio ha possibilità, non solo tecniche ma anche commerciali: è una delle squadre storiche della Seria A, ha una tifoseria mai doma, che vive di passione per questi colori. Forse, qualcuno, ha dimenticato tutto ciò, preso da altri mille impegni quotidiani, forse per qualcuno è ora di tornare ad occuparsi della Lazio e di mettere al centro del progetto, per prima cosa, il suo popolo.