Sarrismo a Marassi, che primo tempo! #MicaMiStaBene
A cura di Micaela Monterosso
Sarrismo: La concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e la propensione offensiva; anche, il modo diretto e poco diplomatico di parlare e di comportarsi che sarebbe tipico di Sarri.
Il Sarrismo non esiste, facciamocene una ragione una volta per tutte. Non quello della definizione della Treccani, almeno. Peraltro pare abbiano inserito anche il tanto caro “corto muso” che qualcuno di buon cuore dovrebbe spiegarmi cosa significhi.
Malgrado abbia tentato di mordermi la lingua in più di un’occasione, non posso fare a meno di rimarcare come spesso – spessissimo – l’aspettativa si scontri con una realtà ben lontana dal poter essere contenuta in due, tre righe di un dizionario.
Il Sarrismo non è per questa Lazio, forse non lo è per nessuna Lazio. Non a caso, il Napoli di Sarri ha poco a che vedere con il Chelsea di Sarri e la Juventus di Sarri. Unico comune denominatore è – appunto – Sarri. Non Sarrismo. Sarri. Maurizio Sarri (o Mau per gli amici di alcune testate stampate). Piccolo inciso non richiesto: il mio gatto si chiama Mau. È nero. Non credo che Maurizio sarebbe felice di condividerci il nomignolo.
Di Sarri – si dice – non è adatto all’ambiente, ai giocatori, allo stile Lazio. Ma qual è lo stile Lazio? Qual è l’ambiente Lazio? Chiedo per un amico che vive in Valdichiana e che temo non abbia ben compreso la deriva provinciale che si sta abbattendo sulla Capitale. La Lazio vince a Genova con un primo tempo degno di una lezione di calcio a Coverciano e il laziale che fa? Si lamenta. Non dovevamo prendere quel gol… Felipe Anderson dorme… Muriqi è inutile ecc.
Parlo per me: il secondo tempo non mi è piaciuto e bacio dove passa Strakosha con le manine sante (un portiere che sa usare le mani tra i pali è spesso utile, quando si gioca a calcio), ma non è piaciuto neppure a Sarri, se può consolarvi. C’è da dire – però – che quei “cali di tensione” li abbiamo sempre visti. C’erano anche con Inzaghi – care le mie vedove smarrite – e i risultati erano pressoché identici (ancora ho gli incubi per Salisburgo, per dire).
Sulla prestazione ho poco da dire: Basic lo adoro (si nota?), Strakosha tutta la vita (bentornato, Tommy) e Luiz Felipe e Marusic monumentali (il rinnovo fino al 2028 lo hanno già firmato?). Non abbandono il carro Muriqi ma solo per un motivo: un giocatore psicologicamente abbattuto come lui va sostenuto, se non altro fino a quando indosserà la maglia della Lazio.Tempo, pazienza, lavoro e dedizione. Questo serve per vedere i risultati. Qualche innesto dal mercato? Sì – santa pace – ma non solo. Serve ammettere che per qualcuno il ciclo è finito, che le gerarchie devono essere stravolte (Basic per Luis Alberto è doloroso, ma efficace) e che – forse – qualche giocatore non è adatto al 4-3-3 (non mi chiedete chi, io di tattica non ne capisco nulla, al massimo ve posso canta’ ‘na canzone).
Roma non si è fatta in un giorno e la Lazio sarriana che tanto auspicate (auspichiamo) la vedremo – se va bene – dalla prossima stagione. Mica sarete come quegli altri che avevano già vinto scudetto e Conference League a maggio, con il solo annuncio dello SpeciaOne (ormai è diventato SpecialSix in Europa e SpecialThree in Serie A)? Distinguiamoci da Essi, per favore. Esaltarsi prima è sbagliato, sempre. Mettere sulla graticola a dicembre, dopo un’estate di sigarette e murales fumosi, è ancora peggio.
Forza Lazio, forza Maurizio! (No, Mau è il gatto, non si può…dai).
Brava e simpatica!
Senza vedovanza, ma molto dispiacere per aver perso Inzaghi, continuo a credere che la Lazio col 3-5-2 (Milinkovic e Luis Alberto assieme) sia meglio.
La schizofrenia o cherry-picking dei Sarri-bani per cui se la squadra disputa un ottimo primo tempo o ha una buona reazione è merito del tecnico, mentre se fa figure di ca**a in mondovisione contro il Napoli è tutta colpa del portiere e della squadra che si ribella al tecnico, le trovo patetiche.
SFL e saluti al gatto Mau.
Il dispiacere ci sta, ma deve finire lì. Soprattutto quando usato per fare inutili paragoni che – di fatto – non possono essere fatti tra i due allenatori.
Sul resto, sfondi una porta aperta: si vince insieme e si perde insieme. Una squadra fa questo. Che poi, in caso di sconfitte, si cerchi il colpevole tra i singoli, fa parte della natura del tifoso (e dell’essere umano, in generale)
SFL
Ps. Gatto Mau ricambia. 😉
Bisogna sempre fare attenzione al “tafazimo” di noi tifosi della Lazio quando si critica il singolo calciatore.
Se pensi che anche Luis Alberto viene criticato, eppure è uno dei pochi calciatori in carriera che al pallone gli da del tu… non a caso ha ricevuto i complimenti di Veron (il quale dice di rivedersi in lui)… ah ma anche Veron siamo stati in grado di criticare da queste parti!!!
Sul tecnico: non tanto per questione puramente di modulo, ma di approccio al calcio, io preferisco quello che mette al primo posto i propri calciatori migliori nell’elaborazione delle sue strategie, piuttosto che il contrario specialmente quando si hanno a disposizione buoni calciatori e di esperienza.
Un saluto e grazie per la risposta (non è più una cosa scontata vedere gli autori di blog interagire con i commentatori, quindi ti faccio i miei complimenti per la tua linea).